No Tav, scatta la tolleranza zero

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SUSA – Mentre si avvicina «il giorno delle cesoie» sale la tensione in Val di Susa. Dopo gli scontri di Roma la manifestazione del Movimento NoTav contro la recinzione del cantiere della Ltf prevista per domenica prossima ha assunto un significato diverso. Per le frange più violente dell’antagonismo che hanno vissuto la battaglia romana come una «vittoria» potrebbe essere l’occasione per una nuova prova di forza, per chi nel multiforme movimento contro l’Alta Velocità  vuole ancora dimostrare di non aver niente a che spartire con i black bloc potrebbe essere il momento di prendere le distanze dalla violenza. I segnali che arrivano dalla Valle però sono inquietanti. La trattativa sotterranea (e negata) con i leader No Tav si è arenata. Il movimento ha respinto sdegnosamente la proposta di una soluzione di compromesso: nessuna violenza in cambio della possibilità  di tagliare qualche metro («Cinquanta vanno bene?») di recinzione e di alzare una bandiera sugli squarci. Trattative saranno tentate anche nei prossimi giorni ma nel frattempo ieri il Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblica riunione in seduta straordinaria nella prefettura di Torino ha optato per la linea dura recependo in toto le indicazioni emerse dalla riunione di coordinamento di martedì pomeriggio dove il questore Aldo Faraoni e il comandante provinciale dei carabinieri Antonio De Vita avevano analizzato i rapporti raccolti dalla loro «intelligence». Il sindaco di Torino Piero Fassino, uscendo dall’incontro, può così annunciare: «La manifestazione si farà . Sarebbe del tutto inopportuno vietarla perché un divieto diventerebbe un motivo di ulteriore tensione ma dovrà  essere fatta rispettando la legge e le norme predisposte da prefetto e questore». Il sottosegretario Michelino Davico però è più esplicito: «Il percorso del corteo sarà  concordato perché il governo garantisce la libertà  di espressione. Ci sono però vincoli di legge che devono essere rispettati. Ciò che è successo a Roma e poi ancora in Grecia deve insegnarci a non sottovalutare il pericolo di nuove violenze…».
Nel dettaglio il piano messo a punto ieri in prefettura prevede una «zona rossa» all’esterno del cantiere Ltf delimitata da check point e sbarramenti per impedire ai manifestanti di avvicinarsi alla recinzione. Domenica a difesa delle installazioni dell’Alta Velocità  polizia, carabinieri e guardia di finanza schiereranno più di mille uomini. Qualcuno arriva a dire che i contingenti arriveranno a contare 1600 uomini. Da oggi in tutta la valle inizieranno controlli a tappeto per evitare l’infiltrazione di personaggi pericolosi ed evitare «campeggi» come accaduto il 3 luglio scorso quando da Ramat partirono le bande dei black bloc che avevano pernottato nella piccola frazione. Nel frattempo saranno attentamente monitorati i sentieri che portano alle cime della montagne in cerca di depositi di armi e materiali ma anche per non lasciare ai NoTav il controllo dei boschi. Durante l’attacco del 3 luglio scorso infatti i plotoni di polizia e carabinieri si ritrovarono in «soggezione di quota», esposti al lancio di pietre, bulloni e bombe carta dall’alto in quando i black bloc erano riusciti a presidiare la montagna sotto cui sorge il cantiere. La Procura di Torino dal canto suo ha annunciato che chiunque cercherà  di tagliare la recinzione del cantiere Ltf, commettendo un reato, sarà  arrestato.
Ad alimentare la tensione però è anche l’incertezza che ancora pesa sulla manifestazione. Ufficialmente non è stata ancora chiesta nessuna autorizzazione per il corteo di domenica. «Basta però un semplice preavviso» sottolineano in questura. E non è ancora chiaro che cosa intenda fare il movimento. Ieri sera a Villar Focchiardo c’è stata un riunione ristretta dei capi No Tav le cui decisioni saranno discusse stasera in un’assemblea «aperta». Dai siti del movimento però si intuisce che la discussione tra le diverse «anime» NoTav è accesa. C’è chi spinge perché la manifestazione eloquentemente chiamata «Diamoci un taglio» sia fatta senza se e senza, ma anche chi si interroga se non sia il caso di optare per una volta per una linea più morbida.


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