Parto in diretta tv, si blocca l’ospedale

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ROMA – «Neanche fosse Carla Bruni che come lei ha partorito nelle stesse ore». Tra i pazienti, i medici e gli infermieri restano rabbia e incredulità  per il trambusto e i disagi provocati dalle riprese del parto di Claudia Losito, ex concorrente del Grande fratello, nell’ospedale Santo Spirito, il più antico della capitale, a due passi da San Pietro. Per una giornata, direzione consenziente, le troupe televisive di Mediaset sono diventate padrone del campo mettendo a dura prova l’assistenza e i servizi ospedalieri. «Hanno turbato la privacy e la serenità  delle gestanti irrompendo in corsia con le telecamere», denuncia Mauro Mastropietri della Cgil, «e senza preavviso, già  di buonora, hanno occupato il cortile dell’ospedale impedendo ai pazienti di passeggiare e ai dipendenti di parcheggiarvi moto e motorini».
Nello slargo, con due furgoni, impianti e cavi inerpicati fino al secondo piano del punto nascita, è stato preparato il collegamento in diretta con gli studi di “Pomeriggio Cinque”, trasmissione condotta da Barbara D’Urso che ha proposto scene pre e post partum della starlette del reality show e del fidanzato, Remo Nicolini, ex di Guendalina Tavassi, un’altra del Grande fratello.
Si dice «sorpresa del rumore provocato dagli organi di informazione», Maria Sabia, direttrice della Asl RmE cui fa capo il Santo Spirito. «Non risulta», minimizza, «che il parto abbia turbato l’ambiente e impedito le attività  degli operatori sanitari». «Anzi», per Sabia, «la diretta tv ha avuto il merito di far conoscere la qualità  dell’assistenza del Santo Spirito». «Appena terminata», continua, «il centralino dell’ospedale è stato preso d’assalto da donne interessate al nostro percorso nascita». Ma la governatrice Renata Polverini frena: «Ho chiesto spiegazioni scritte sull’iniziativa». Che il Tribunale per i diritti del malato bolla come «trash». «Il Santo Spirito avrà  bisogno di notorietà », commenta dall’Ostetricia del San Camillo, l’ospedale più grande del Lazio, il primario Claudio Donadio, «le videocamere in sala parto possono essere giustificate da un intervento di alto interesse scientifico non da un cesareo». «Se invece è la gestante a richiamare le troupe televisive», conclude, «poteva essere attrezzata una sala parto in un teatro di posa di Canale 5».
In gravidanza Claudia Losito si era sottoposta ai controlli negli ambulatori del Santo Spirito dove aveva familiarizzato con un’ostetrica che le aveva fissato un appuntamento con il primario Vincenzo Scotto di Palumbo. «Accompagnata dal padre», ricorda il ginecologo, «la giovane, il 13 ottobre, mi ha chiesto: “Posso far riprendere la nascita di mio figlio?”». Scotto di Palumbo gira la richiesta alla direzione. Arriva l’ok e la starlette, puntuale come un orologio, alle 7 di due mattine fa entra nella stanza 18 del reparto (in contemporanea con l’arrivo dei furgoni Mediaset) per sottoporsi, qualche ora dopo, al parto cesareo. E alle riprese per “Pomeriggio Cinque”. «A quanti lo chiedono», spiega il primario, «permettiamo di stare in sala parto accanto alle gestanti, perché opporci a una richiesta di riprese televisive prima e dopo la nascita?». «La donna», continua, «mi aveva detto che desiderava un ricordo di quel giorno…». «Ma», conclude Scotto di Palumbo, «visto il clamore, ci sarà  stata anche una convenienza, se non economica, certamente di visibilità  per lei e il suo compagno dopo la firma dell’esclusiva con Mediaset».


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