Scioperi generali a raffica Ma il governo non sente

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Atene e tutta la Grecia sono state paralizzate ieri dallo sciopero generale di 24ore proclamato dal sindacato del settore pubblico Adedy e aveva sostenuto quello del settore privato Gsee. Più di 100.000 persone hanno partecipato alle due manifestazioni Gsee-Adedy, del sindacato del partito comunista Pame e alla marcia degli studenti universitari verso piazza Syntagma, di fronte al parlamento. Con sfumature diverse i tre cortei hanno chiesto le dimissioni del governo, il ritiro dei tagli e dei massicci licenziamenti (30.000 statali in mobilità ).
Secondo Adedy l’adesione allo sciopero è stata del 90% e dice a Papandreou: «Per noi anche un licenziamento è causa di una guerra». Questa marcia è finita a Syntagma, dove una parte dei manifestanti si è fermata, mentre quella del Pame è passata da Syntagma per tornare a piazza Omonia. Un altro sciopero generale è fissato per il 19 Ottobre. Ma il rifiuto del KKE di partecipare alle lotte comuni indebolisce il movimento di protesta. Mentre gli Indignati si preparano già  per la loro manifestazione del 15 di ottobre, a Syntagma.
Ancora una volta i «soliti ignoti» e la polizia hanno scatenato una specie di guerriglia urbana nella zona intorno al parlamento; il che rischia di scoraggiare la continuazione delle proteste, visto che la violenza annunciata allontana molte persone dai cortei. La polizia sostiene di aver usato i gas per allontanare i lavoratori del sindacato delle pubbliche amministrazioni Poe-Ota e degli insegnanti Olme, che cercavano di buttare giù il recinto di ferro per entrare nel parlamento. I celerini dei Mat hanno mostrato una violenza gratuita contro la gente che passava dalla stazione della metropolitana, tra cui bambini, vecchi, turisti e donne, creando nei sotterranei della stazione un ambiente dantesco (tanti lacrimogeni e gas di vari tipi). Non ha risparmiato neanche lavoratori della stazione, giornalisti greci e stranieri. Specialmente le donne: risultano ferite una giornalista francese ed una fotografa greca.
La guerra di pietre tra polizia, un piccolo gruppo di manifestanti e i «soliti ignoti» è arrivata fino al quartiere giovanile di Exarchia. Alla fine la polizia ha fatto 15 fermi, di cui 10 arresti. A pochi metri dalla piazza degli scontri, il ministro degli interni Kastanidis ha annunciato in parlamento che il governo vuole fare un referendum prima della fine dell’anno per la situazione debitoria di Atene. A favore del referendum hanno votato solo i deputati del Pasok. Per le opposizioni il referendum è una trappola per evitare elezioni anticipate, mentre il fatto che sarà  valida anche con solo il 40% del corpo elettorale crea dubbi sulla legittimità .
L’Istat greca – Elstat – ha mostrato ieri con i suoi dati che la macelleria sociale di Papandreou e della «troika» hanno fatto diminuire il deficit pubblico dal 15,70% del Pil il 2009 al 10,60% nel il 2010, un record assoluto per le politiche economiche aggressive e recessive, mentre secondo gli stessi dati l’economia greca è già  in recessione: – 3,20% dal 2008.
Da parte loro, la Merkel e il Fmi, con diverse sfumature, hanno riconosciuto ieri che il secondo pacchetto di «salvataggio» della Grecia – deciso il 21 luglio – deve essere modificato. Merkel insiste che «la Grecia deve restare nella eurozona» e «deve reggersi sulle proprie gambe». Mentre il direttore del Fmi per l’Europa, Antonio Borges, ha riconosciuto che rispetto alla decisione sul secondo pacchetto di salvataggio (109 miliardi di euro) la situazione vede dati già  superati dai fatti; per esempio, la previsione ottimistica sull’economia greca, ritenuta capace di crescere dello 0,60% già  nel 2012. Borges ha chiesto anche una riduzione maggiore del debito greco.
Ad Atene però i commissari della «troika» continuano a tenere sotto ricatto il governo di Papandreou. Un funzionario della troika ha dichiarato – a patto di restare anonimo – che il governo Papandreou non dovrà  aspettarsi la 6° tranche di 8 miliardi di euro se non applica le «riforme» impostegli.
Intanto la decisione di un tribunale di sospendere la pena del secondo poliziotto condannato per l’omicidio del diciassettenne Alexis Grigoropoulos (per motivi di salute «irreparabili») ed il suo soggiorno nella regione di Drama, nel nord della Macedonia, scatenerà  la rabbia di molti giovani e non che il dicembre del 2008 avevano protestato per giorni ad Atene contro la polizia.

EUROZONA

ANGELA MERKEL E sul declassamento dell’Italia la cancelliera tedesca avvisa il governo: «deve rispettare i suoi impegni e applicare le decisioni che ha preso», «ogni Paese europeo può riconquistare credibilità  se mette in pratica le misure» economiche Josè Manuel Barroso D’accordo sulla Tobin tax, frizioni invece tra il capo dell’esecutivo europeo e Angela Merkel sull’ipotesi tedesca di cambiare i trattati Ue. E sulla proposta di Berlino e Parigi di una governance economica da affidare a Van Rompuy, Barroso ha ribadito il suo no MOODY’S La agenzia di rating americana dopo il triplo declassamento dell’Italia (da Aa2 ad A2) avverte in un documento inviato ai suoi clienti che «tutte le più forti sovranità  della zona euro dovranno affrontare la sostenuta pressione negativa sul loro rating»


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