Una lettera di Scajola e parte la trattativa

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ROMA — Vertici fissati che traballano fino all’ultimo, incontri che vengono spostati, cene indette e disdette. Mai come in queste ore il clima è stato incerto nell’opposizione interna del Pdl, dove la fronda oscilla, gonfiandosi nei numeri per poi improvvisamente prosciugarsi. Fatto sta che pare evidente una frenata da parte di Claudio Scajola, che non vuole andare alla conta o alla resa dei conti e che avrebbe anche scritto una lettera al premier. Del resto da Silvio Berlusconi stanno arrivando segnali molto incoraggianti, promesse di dialogo e di aperture alle ragioni del disagio, oltre che di riconsiderazioni del ruolo di Scajola. Tanto che si parla di un incontro in tempi molto ravvicinati tra il premier e l’ex ministro dello Sviluppo economico, che sancirebbe il ritrovato dialogo.

Per questo le consultazioni organizzate in questi giorni da Scajola e Pisanu potrebbero essere congelate. Per oggi pomeriggio era previsto un vertice a quattro: invitati, il governatore della Lombardia Roberto Formigoni e il sindaco di Roma Gianni Alemanno. Ieri sera voci diffuse in ambienti scajoliani davano in forte dubbio l’incontro. Nell’agenda del presidente lombardo risultava solo la registrazione di Porta a Porta.

Saltato con certezza, invece, l’incontro previsto per l’una di oggi, nel quale gli scajoliani dovevano definire gli ultimi dettagli del famoso documento. Testo che doveva essere consegnato personalmente da Scajola ad Angelino Alfano, per un incontro previsto per domani. Tutto sospeso, in attesa di capire se il dialogo potrà  riprendere proficuamente.

Se Scajola potrebbe aver ritrovato un canale di comunicazione con il premier, Formigoni insiste nelle sue punture e nella sua posizione apertamente critica. Oggi il quotidiano tedesco Sà¼ddeutsche zeitung pubblicherà  un’intervista nella quale il governatore prevede che «il governo ha poche settimane di vita»: «Il lancio di nuove misure per l’economia è una questione di vita o di morte». Formigoni si rivolge direttamente a Berlusconi: «Caro Silvio, se vuoi arrivare al 2013 la condizione fondamentale è rappresentata dalle misure per l’economia». Senza privatizzazioni e liberalizzazioni, «c’è il rischio implosione: a ogni passaggio c’è il rischio di un incidente parlamentare e quindi di elezioni anticipate». Formigoni spiega che se Berlusconi «non si ricandiderà  più, sarà  una saggia decisione»: «Il futuro è un partito vero, non di plastica, una squadra di cui voglio far parte». Magari da successore di Berlusconi: «Ipotesi più che remota, ma non escludo di potere fare bene in caso di primarie».


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