4 novembre: “Niente da festeggiare. Evitare sprechi e esibizioni di armi da guerra”

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Lotti pone quindi una serie di domande molto dettagliate: “A che ci serve mantenere 178.600 militari in servizio quando ne impieghiamo al massimo trentamila? Perché accettiamo che nel frattempo la polizia continui ad essere gravemente sotto organico? A che ci serve avere un generale ogni 356 soldati e un maresciallo ogni tre militari in servizio (in tutto 500 generali e 57.000 marescialli)? A cosa ci servono due portaerei, 131 cacciabombardieri, 400 carri armati e centinaia di altre armi che non potranno e dovranno essere mai utilizzate? Perché vogliamo costringere i giovani a pagare il conto delle armi che stiamo ancora costruendo? Perché continuiamo a mantenere quattromila soldati in Afghanistan quando tutti sanno che dieci anni di guerra non hanno risolto alcun problema?”.

Il coordinatore della Tavola della pace rilancia quindi una serie di domande prendendo spunto da alcuni interventi del Generale Fabio Mini: domande la cui risposta – sottolinea Lotti – “è un atto dovuto a tutti i giovani che non riescono a trovare un lavoro, a chi lo sta perdendo, a chi pur lavorando tantissimo non riesce a vivere dignitosamente, a tutti quelli a cui i tagli del governo stanno rendendo la vita impossibile”.

Non possiamo tollerare uno spreco così enorme, non ce lo possiamo più permettere. Dobbiamo programmare un taglio radicale delle spese. Dobbiamo ripensare in che modo e con quali strumenti vogliamo garantire la sicurezza del nostro paese e dell’Europa. E’ un dovere improrogabile!” – conclude il coordinatore della Tavola della pace invitando a ricordare oggi “le vittime innocenti di tutte le guerre e di tutte le nazionalità , dai seicentocinquantamila italiani che sono stati ammazzati “nell’inutile strage” della Prima Guerra Mondiale ai quarantacinque militari italiani che hanno perso la vita in Afghanistan, i feriti, i mutilati, gli invalidi e tutti i loro familiari. Con questo spirito oggi rinnoviamo il triplice appello di Assisi: Mai più guerra! Mai più terrorismo. Mai più violenza!”.

Gli fa eco la Rete italiana per il disarmo che con un comunicato chiede di “evitare inutili sprechi di denaro, sponsorizzazioni inopportune e, soprattutto, l’esibizione e l’accesso ai minori alle armi da guerra”. Rete Disarmo evidenzia che oggi – anniversario della fine di quella guerra che in quei giorni papa Benedetto XV definì chiaramente come “orrenda carneficina” e “inutile strage” – vi è “una situazione di forte precarietà  per moltissime famiglie italiane e di effettiva povertà  per oltre 8 milioni di cittadini ogni sfarzo e spreco dello Stato è uno schiaffo alla dignità  delle persone soprattutto dei più giovani”.

In particolare la Rete Disarmo (coordinamento che raggruppa oltre 30 associazioni della società  civile) si riferisce all’esposizione di materiali e mezzi delle Forze Armate e della Guardia di Finanza (qui le foto dell’allestimento) promossa dal Ministero della Difesa al Circo Massimo a Roma dal 4 al 6 novembre.

Come riportano le agenzie di stampa, in mostra su uno spazio di 50mila metri quadrati al Circo Massimo, saranno esposti mezzi e tecnologie usate da Esercito, Aeronautica, Marina, Guardia di Finanza e Carabinieri: gli armamenti in dotazione ai soldati, un carro armato Ariete, il blindo Centauro, diversi aerei da bombardamento e caccia come l’Eurofighter, il Tornado, l’Amx e il supercaccia F-35, elicotteri da guerra e da trasporto come il CH47 e ancora tanti altri mezzi di natura militare. Proprio sul caccia F-35 Joint Strike Fighter è attiva una campagna di pressione di Rete Disarmo, Sbilanciamoci e Tavola della Pace per chiedere il non acquisto dei 130 caccia previsti da parte del nostro paese (al costo complessivo di solo acquisto di 17 miliardi di euro).

“Malgrado la forte crisi economica che sta attraversando il Paese e le manovre lacrime e sangue che si susseguono per tentare di ripianare il nostro debito pubblico il Ministro della Difesa, Ignazio La Russa, sembra non riesca a rinunciare a sperperare denaro pubblico per iniziative propagandistiche come quella prevista per il 4 novembre al Circo Massimo a Roma” – dichiara Maurizio Simoncelli, vicepresidente dell’Istituto di ricerca Archivio Disarmo.

“Il Ministro La Russa – chiede Riccardo Troisi di Reorient – dovrebbe piuttosto dire ai cittadini quanto ci è costato mobilitare per decine di giorni centinaia di militari, lo spostamento dei mezzi e l’allestimento della mostra statica”. Nonostante le rassicurazioni del Ministro della Difesa sul “costo zero” dell’ iniziativa sponsorizzata dall’ENI, le associazioni della Rete Disarmo denunciano oltre all’inutilità  dell’evento, il singolare sostegno economico da parte dell’azienda di Stato. “Appare evidente – continua Troisi – che data la ristrettezza economica che colpisce il bilancio dello Stato, il Ministero della Difesa inizi a far battere cassa a quelle multinazionali come l’ENI che dall’Iraq alla Libia hanno fatto e faranno profitti sul petrolio anche grazie alle operazioni belliche condotte dalla nostre forze militari a salvaguardia dei cosiddetti “interessi nazionali”.

“Viene da chiedersi – aggiunge Giulio Marcon di Sbilanciamoci! – come mai il Sindaco di Roma abbia autorizzato una manifestazione così invasiva per la città , dopo tutti i suoi proclami contro tutte le manifestazioni in programma in questo periodo e la Sovrintendenza abbia autorizzato la deposizione di elicotteri e carri armati (e anche di cacciabombardieri!) su un’area archeologica di pregio così alto e di grande valenza simbolica”. “In verità  è l’ennesima caso in cui spazi pubblici di rilevanza cittadina come i Fori o il Circo Massimo vengono utilizzati come vetrina per il business armiero, dando la possibilità  di mettere in bella mostra i pezzi pregiati della nostra industria bellica” – conclude Marcon.

Rete Italiana per il Disarmo chiede perciò al Comune di “ritirare l’autorizzazione concessa e alla Difesa e di annullare l’assurda manifestazione”.

“Se anche la manifestazione si dovesse svolgere ugualmente – dichiara Massimo Paolicelli, presidente dell’Associazione Obiettori Nonviolenti – chiediamo che non sia permesso a minori di salire sui mezzi militari ed imbracciare le armi come se fossero giocattoli. Riteniamo questo modo di fare – che abbiamo potuto osservare gli scorsi anni – estremamente diseducativo e pericoloso: nessun genitore sano di mente insegna ai propri figli ad imbracciare armi”.

La Rete Disarmo si fa promotrice di una visita archeologica al Circo Massimo, sabato mattina 5 novembre alle 10.30 per illustrare con una proiezione immaginaria e creativa una vista guidata per turisti del quarto millennio attraverso una delle maggiori esposizioni di archeologia militare dei primi decenni del duemila, ai tempi della grande crisi. [GB]


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