Nel crac Mf global sparisce un miliardo di dollari il fondatore Corzine si dimette e rinuncia al bonus

Loading

NEW YORK – Che signore. Abbandonando tutti gli incarichi di MF Global, la società  di Wall Street che ha portato in bancarotta, Jon Corzine, 64 anni, l’ex ceo di Godman Sachs nonché ex governatore del New Jersey, rinuncia ai 12,6 milioni di dollari che gli spettano di buonuscita. Che gesto. Ma che fine hanno fatto i 630 milioni di dollari e forse più, forse addirittura un miliardo, che non si trovano più nelle casse della società  di brokeraggio che lui ha portato al fallimento?
La caccia ai soldi dei clienti rischia di portare così lontano che Corzine si è è portato avanti assoldando un avvocato specializzato nella difesa dei crimini finanziari. Ma lo scandalo non si ferma qui. JP Morgan ha dovuto smentire la voce secondo cui il bottino scomparso fosse finito nelle sue casse: si tratterebbe invece di 658 milioni trattenuti dopo la bancarotta, aspettando le istruzioni del trustee che la gestisce. Sarà  vero? Che storia incredibile. Democratico convinto Corzine aveva lasciato Goldman Sachs con una buonuscita da capogiro – 400 milioni di dollari – per la carriera di senatore culminata alla guida del New Jersey. Sconfitto nella rielezione era poi tornato al primo amore: i soldi. Con il sogno di trasformare MF Global in una piccola Goldman Sachs. Come? Scommettendo sul suo fiuto e acquistando quintali di debito made in Europe: giurando che il Vecchio Continente non avrebbe mai lasciato fallire gli stati in difficoltà .
Il resto è cronaca. Nella cassaforte di Mf Global c’erano 6 miliardi e 300 milioni di carta che potrebbe diventare straccia: la metà  buoni del tesoro d’Italia, 1 miliardo di buoni spagnoli.
Le autorità  competenti a cui oggi Corzine promette spiegazioni – cioè la Sec e la Commodity Future Trading Commission: nell’attesa di un intervento giudiziario che sembra imminente – avevano dato l’allarme: chiedendo di puntellare il capitale per garantire l’esposizione. Non solo. Rivela il New York Times che Corzine aveva messo in azione la sua potente rete economica e politica per difendersi dal pressing della Commodity Commission che oggi indaga su di lui: fermando l’introduzione di quella regola che paradossalmente avrebbe impedito all’ex Ceo di trovarsi nei guai.
Non è possibile, chiedeva il regolatore, che le compagnie di brokeraggio possano prendere in prestito i soldi degli stessi clienti per i loro rischiosi investimenti. Et voila: sarebbe proprio il trucco usato da Corzine. Che tentando di tappare le falle ha poi cercato in extremis mettere in vendita parte del business: nascondendo però la realtà  dei conti. E soprattutto la misteriosa «perdita» di quasi un miliardo di dollari


Related Articles

Ora Bruxelles avverte l’Italia “Preparatevi a nuove misure”

Loading

Replica il premier: non sarà  necessaria, domani si chiude.   Rapporto sulle finanze Ue: dubbi sul recupero dell’evasione e sui tagli alle spese. Van Rompuy: “Serve un governo dell’Eurogruppo” No da sette Paesi dell’Est europeo

Poste, sanità  e cultura più spazio ai privati Scuola, concorso per 12 mila

Loading

Stretta sugli statali, mobilità  per gli esuberi Terremoto, proroga fiscale fino a novembre

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment