Nigeria, strage di cristiani assaltate anche le moschee almeno 150 vittime

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Chiese e moschee prese d’assalto insieme a posti di polizia, in una serie di attacchi coordinati che fanno almeno 150 morti e rendono sempre più temibile il piano separatista degli ultra islamisti nigeriani. Tra venerdì e sabato le città  di Damaturo e Maiduguri, negli stati nord orientali di Yobe e Borno, in Nigeria, sono state messe a ferro e fuoco dai militanti di “Boko Haram”, il gruppo di fondamentalisti islamici che si definiscono «votati alla diffusione degli insegnamenti del Profeta e della guerra santa».
Ancora ieri in serata la dinamica degli attacchi era poco chiara, così come il numero esatto di vittime. Un responsabile del sistema di soccorso nigeriano, chiamato a far fronte all’emergenza nell’ospedale di Damaturu, riferisce d’avere «contato personalmente 150 morti. Alcune famiglie avevano già  recuperato i corpi dei propri congiunti per seppellirli: all’obitorio restavano ancora 97 cadaveri. I feriti sarebbero almeno un centinaio.
I testimoni raccontano scene di caos e di distruzione, fra automobili e edifici incendiati. Di sicuro, gli attacchi coordinati mostrano la crescente pericolosità  di “Boko Haram” e avvalorano le informazioni di intelligence sui legami più stretti tra i terroristi nigeriani, gli shabaab somali e i militanti di Al Qaeda nel Nord Africa.
Le forze di sicurezza nigeriane, impegnate a minimizzare il pericolo separatista, fanno trapelare poche informazioni, ma alcuni residenti delle città  attaccate parlano di sei chiese e una moschea attaccate a Damataru e nel vicino villaggio di Potiskum. Un kamikaze a bordo di un’auto imbottita di esplosivo si è poi fatto esplodere all’interno del quartiere generale della polizia della città , dove si è combattuto per ore strada per strada.
Venerdì pomeriggio a Maiduguri invece, subito dopo la preghiera del venerdì, due kamikaze hanno assaltato una caserma militare, mentre delle autobomba esplodevano in diversi punti della città . Le informazioni frammentarie parlano di feriti, ma alcuni testimoni riferiscono di “strade piene di cadaveri” e molti residenti sarebbero in fuga. Maiduguri è una città  fantasma, i residenti sono fuggiti per paura di nuovi attacchi e dagli ospedali che hanno accolto le vittime arrivano racconti da inferno, tale è il clima di terrore scatenato da “Boko Haram”.
I terroristi hanno rivendicato l’azione ieri pomeriggio, minacciando di attaccare le forze federali «finché smetteranno di perseguitare i nostri membri e i civili inermi». Il governo del presidente Jonathan Goodluck – di religione cristiana – tace, dopo aver dichiarato nei mesi scorsi che «il problema di Boko Haram» è in via di soluzione e aver rafforzato la presenza militare nello stato di Borno dopo l’attacco dello scorso 26 agosto alla sede Onu nella capitale federale di Abuja e che aveva fatto 24 morti.


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