Stretta sulle pensioni, niente patrimoniale

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ROMA — Blocco dell’adeguamento delle pensioni al costo della vita; riduzione del cuneo fiscale sul lavoro; niente patrimoniale finanziaria, ma più imposte sulla casa con la revisione delle rendite catastali e un’Ici progressiva; nuovi aumenti dell’Iva. Sono queste le novità  emerse ieri dalla lunga riunione al ministero del Tesoro tra il presidente del Consiglio, Mario Monti, e i ministri economici per preparare la manovra di aggiustamento dei conti pubblici e per la crescita che verrà  approvata dal governo al più tardi lunedì 5 dicembre.
Per ora sono stati individuati i capitoli sui quali intervenire per far fronte all’emergenza. La manovra si limiterà  a 15 miliardi, forse anche meno, se la prossima settimana la Commissione europea concederà  all’Italia, ma anche agli altri Paesi, lo sconto sulla misura dell’aggiustamento, cioè di considerare il ciclo economico avverso. In caso contrario servirebbero almeno 25 miliardi per centrare il pareggio di bilancio nel 2013.
Pensioni Il premier e ministro dell’Economia fa molto affidamento su questo capitolo per recuperare risorse fin dal 1° gennaio. Svariati miliardi si potrebbero risparmiare bloccando la cosiddetta «perequazione automatica» delle pensioni, cioè l’adeguamento al costo della vita che scatta a gennaio di ogni anno. Considerando che solo nel pianeta Inps (escluse quindi le pensioni del pubblico impiego) ogni punto di inflazione vale un paio di miliardi di spesa per la perequazione e che quest’anno l’inflazione si avvicinerà  al 3%, la misura può valere molto. Un assegno di mille euro perderebbe, a seconda di come si fa il decreto, da pochi euro a 30 euro al mese in caso di blocco totale.
Già  un provvedimento del governo Berlusconi — come in passato avevano fatto con decisioni simili i governi Prodi e Amato — ha previsto per il biennio 2012-2013 un blocco completo della perequazione per le quote di pensione ricche, quelle eccedenti 5 volte il minimo (2.304 euro) e parziale per quelle tra 3 e 5 volte il minimo (1.382-2.304 euro) che saranno rivalutate al 70%. Il decreto potrebbe colpire queste ultime e anche le pensioni di importo inferiore salvaguardando solo quelle fino al minimo (circa 460 euro) o due volte il minimo. Un’altra ipotesi per far cassa prevede il blocco dei pensionamenti d’anzianità , ma sembra avere meno chance.
La riforma Altre misure per far fronte all’emergenza potrebbero riguardare l’anticipo al 2012 dell’aumento dell’età  pensionabile per le donne del settore privato e di quota 97 (62 anni d’età  e 35 di contributi oppure 61+36) per la pensione d’anzianità , che a legislazione vigente scatterebbe nel 2013. Il pacchetto di provvedimenti urgenti sarebbe comunque accompagnato dal varo della riforma strutturale «per l’equità » messa a punto dal ministro del Lavoro, Elsa Fornero, che introdurrebbe dal 2012 il calcolo della pensione col metodo contributivo pro rata per tutti e la fascia d’età  pensionabile flessibile tra 63 e 68-70anni.
Il fisco e la crescita Non ci sarà  la patrimoniale finanziaria perché, è convinzione del governo, alla fine i grandi capitali e gli evasori la farebbero franca, il gettito sarebbe minimo e gli svantaggi superiori ai benefici. I patrimoni immobiliari verranno invece colpiti con l’Ici progressiva e la rivalutazione delle rendite catastali. Altre risorse potrebbero arrivare da un ritocco dell’aliquota Iva del 10% e forse di quella già  portata al 21% mentre l’evasione fiscale dovrebbe essere combattuta con una riduzione del tetto all’utilizzo del contante. Le maggiori entrate andrebbero a finanziare un taglio di qualche punto del cuneo fiscale sulle imprese, forse attraverso maggiori sgravi Irap sul costo del lavoro. Questa misura dovrebbe favorire le assunzioni e la crescita dell’economia insieme col pacchetto infrastrutture (project financing, cioè coinvolgimento dei privati), liberalizzazioni (professioni, esercizi commerciali) e dismissioni.


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