Arriva l’Irap deducibile per aiutare le imprese

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ROMA — «Tra le misure per lo sviluppo ci sarà  un provvedimento che favorisce la patrimonializzazione, sul fronte Irap ci sarà  una defiscalizzazione su parte del lavoro, un nuovo credito per il fondo di garanzia per le Pmi che a regime sarà  di qualche decina di miliardi, internazionalizzazione, un nuovo Ice e misure a sostegno del risparmio energetico». Questo è il piatto abbastanza ricco per le imprese e la crescita spiegato ieri dal ministro per lo Sviluppo economico e le infrastrutture Corrado Passera illustrando la manovra economica alle parti sociali. Non ci sono invece nel primo pacchetto del governo Monti nuove regole di assunzione nel mondo del lavoro dei giovani con il contratto unico (legge Ichino) né la soluzione dei crediti da parte dell’amministrazione pubblica (70-80 miliardi di euro) alle imprese trasformati in certificati pluriennali del Tesoro scontabili dal sistema bancario. Di questo se ne parlerà  più avanti.
Il ministro Passera, nella conferenza stampa, ha anticipato che per le imprese ci sarà  un fondo centrale di garanzia per le piccole e medie aziende che dovrebbe arrivare a 20 miliardi di euro. Così come ci sarà  una ridefinizione dell’Istituto per il commercio estero nell’ambito del ministero dello Sviluppo e nel ministero degli Esteri. Era una misura fortemente chiesta da Confindustria per assistere al meglio l’avventura estera delle imprese nei mercati emergenti. Il ministro dello Sviluppo ha aggiunto che ci saranno provvedimenti anche per aumentare l’efficienza energetica.
Nella bozza della «manovra per la salvezza dell’Italia», queste indicazioni ancora non sono elencate. Ricordiamo che, almeno secondo le indiscrezioni apparse nei giorni scorsi, dovrebbero riguardare la ridefinizione del conto energia sulle rinnovabili che al momento pesa per circa 7 miliardi all’anno sulle bollette dei consumatori. Così come dovrebbe essere confermato il bonus fiscale del 55% (ma forse viene ridotto al 52 o al 41%) per i prossimi tre anni per tutti gli interventi che riguardano il risparmio energetico nei lavori edili nuovi o di ristrutturazione.
Fabrizio Barca, ministro per la Coesione territoriale, ha sottolineato la forte volontà  di riattivare l’uso dei fondi strutturali europei spesso finiti negli angoli delle amministrazioni locali e perduti.
Nella bozza della manovra appare all’articolo 1 l’Ace, un acronimo che sta per Aiuto alla crescita economica che in pratica prevede forti agevolazioni per gli imprenditori che vogliono aumentare il capitale proprio dell’azienda. È una revisione in chiave moderna della vecchia Dit (Dual income tax) introdotta dall’ex ministro del Tesoro Vincenzo Visco nel 1996. Questa versione si applica anche alle piccole imprese di persone fisiche, società  in nome collettivo e in accomandita semplice. Questa norma verrà  regolata con una serie di disposizioni attuative da emanare entro il 20 dicembre. L’Ace dovrebbe valere circa 2 miliardi di euro l’anno ma è una stima ancora sommaria.
La misura forse più significativa per il mondo delle imprese è la deducibilità  integrale del costo del lavoro Irap per un importo di 1,5 miliardi nel 2012, e 2 miliardi nel 2013 e nel 2014. Vengono previsti con l’Irap interventi a favore di donne e giovani per 1 miliardo di euro per ciascuno degli anni del periodo considerato. È un provvedimento che il ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda ha definito «non banale» perché dovrebbe dare «grossi stimoli per l’assunzione di giovani e donne». Questo lascia intendere che nelle norme di attuazione ci saranno deiriferimenti precisi a queste categorie di lavoratori che si potranno capire meglio in una fase successiva. «Questo minor flusso — ha precisato Giarda — nelle casse delle Regioni sarà  rimpiazzato dallo Stato».
Importante anche la garanzia, da parte dello Stato italiano, delle passività  delle banche italiane e sulle loro obbligazioni, presa dopo una valutazione da parte della Banca d’Italia per stabilire «l’adeguatezza patrimoniale della banca richiedente». «Il ministro dell’Economia e delle finanze, fino al 30 giugno 2012 — si legge nella bozza di decreto — è autorizzato a concedere la garanzia dello Stato sulle passività  delle banche italiane, con scadenza da tre mesi fino a cinque anni o, a partire dal 1 gennaio 2012, a sette anni per le obbligazioni bancarie garantite». La garanzia dello Stato è incondizionata e irrevocabile. «L’ammontare delle garanzie inoltre — si legge — è limitata a quanto strettamente necessario per ripristinare la capacità  di finanziamento a medio-lungo termine delle banche beneficiarie».
Nella versione definitiva del decreto ci sarà  anche un rafforzamento del fondo garanzia per un importo massimo garantito per singola impresa di 2,5 milioni di euro. Ci sarà  anche un credito di imposta del 12% per le attività  di ricerca fino a un massimo di un milione di euro. Così come dovrebbero esserci delle agevolazioni per chi investe nel «venture capital».


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