Bersani attacca: troppo poco contro gli evasori

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ROMA – «Ci sono molte cose che non ci convincono. Abbiamo detto a Monti che bisogna attenuare il carico sulle fasce deboli e i pensionati, e che le misure sull’evasione sono insufficienti». Così il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, al termine di oltre due ore di vertice con il premier. È l’ultimo in ordine di tempo, e forse il più pesante politicamente, dei giudizi espressi ieri dai leader di partito che sostengono il governo.
Di «medicina severa e amara» aveva parlato in mattinata il leader del Terzo polo Pier Ferdinando Casini. Il segretario del Pdl Angelino Alfano ha sottolineato la necessità  di «non colpire i soliti». Intanto la Lega riunisce oggi il Parlamento padano e rilancia la secessione con un titolo della “Padania”: “Indipendenza unica via. Bossi: ma sia consensuale”.
Le critiche a Monti sono state un crescendo. Dall’assemblea dei delegati Cgil, il segretario Susanna Camusso aveva avvertito: «Se sono queste le proposte del governo sono indigeribili». Al centro dell’attacco ci sono soprattutto le pensioni. Quelle presenti e quella future. E la Camusso avverte Palazzo Chigi di essere «pronta a sostenere le scelte giuste ma anche determinata a contrastare quelle che riteniamo sbagliate». Un avvertimento che ha il sapore dell’arrivo di manifestazioni di piazza. Giudizi negativi anche dalla Uil e dalla Cisl. «La preoccupazione maggiore è la contrazione dei consumi legata alla diminuzione del potere d’acquisto», dice il segretario Luigi Angeletti.
Ieri il presidente del Consiglio si è confrontato con la politica e i partiti che lo appoggiano, incontrando Alfano, Casini, Rutelli, Della Vedova e, in serata, Bersani. Alla fine del suo incontro il leader dell’Udc, – che ha chiesto «attenzione per la famiglia, grande dimenticata del paese», – parla di manovra «severa, molto pesante; quando il medico arriva in casa, difficilmente prescrive medicine buone. Le medicine sono sempre amare ma evitano al paziente di morire».
«Sui temi sociali», ha affermato Bersani, «abbiamo letto cose che non ci hanno convinto. Abbiamo quindi detto la nostra su tutte le questioni che riguardando le maggiori tutele per pensionati e pensionandi, e sui redditi bassi. Bisogna attenuare il carico». Bersani ha spiegato che è stato un «confronto impegnativo», quindi ha aggiunto: «nessuno più di noi conosce la gravità  della situazione, il momento difficile sia nella dimensione internazionale che in quella nazionale». Il segretario pd ha anche ricordato: «noi lo abbiamo detto da tempo, anche quando si parlava di conti a posto… Questo significa che conosciamo l’esigenza di intervenire purtroppo con misure anche dolorose». Ma su diritti dei pensionati e lotta all’evasione «abbiamo letto misure non sufficienti alla bisogna, secondo noi». «Noi abbiamo detto quello che pensiamo, noi rispettiamo il lavoro del governo».
Alfano ha chiesto e a quanto pare ottenuto di alzare la soglia dei 55 mila euro oltre la quale scatterebbe l’aumento delle aliquote Irpef. «Quella cifra non è una soglia di ricchezza ma di quelli che sono già  tartassati. Se ci fosse, avremo grandi problemi a votarla. Bisogna stare bene attenti a che non paghino sempre gli stessi», dice il segretario del Pdl.
Gli altri partiti contestano la manovra. Lo fa Antonio Di Pietro che dice di condividere i ragionamenti della Camusso e della Cgil. Nichi Vendola invita Monti a «cambiare musica o saranno guai». Ma i governatori Cota e Zaia, che diserteranno l’incontro di oggi con le Regioni, ieri si sono presentati a Palazzo Chigi. Li ha ricevuti il ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda.


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