Da gennaio stipendio tagliato ai parlamentari pronto un emendamento della maggioranza

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ROMA – C’è anche il taglio dei costi della politica nelle pieghe della manovra da 20 miliardi varata dal governo Monti. E dal primo gennaio del prossimo anno gli stipendi dei «titolari di cariche elettive», deputati, senatori, consiglieri e membri di giunte, regionali, provinciali e comunali, sindaci e governatori subiranno un taglio al proprio trattamento economico che li porterà  al livello dei loro colleghi europei. Stessa sorte toccherà  ai vertici di enti ed istituzioni pubbliche, i cosiddetti manager di Stato, che non potranno superare la media dei sei principali stati dell’area euro.
La norma è contenuta nel settimo comma del lungo articolo 23 della manovra «salva-Italia» dove si spiega che nel caso in cui la Commissione guidata dal presidente dell’Istat Enrico Giovannini, nominata dall’ex ministro Tremonti, per il livellamento retributivo Italia-Europa, non consegnerà  i risultati entro il 31 dicembre di quest’anno, il governo potrà  agire con «apposito provvedimento d’urgenza», cioè un decreto legge.
L’ipotesi che la Commissione Giovannini, nominata nell’estate scorsa, possa concludere i propri lavori è assai improbabile. Infatti l’Istat ha dovuto inviare per vie formali le richieste ai vari enti di statistica dei sei paesi europei che dovranno fare media (Germania, Francia, Spagna, Gran Bretagna e Olanda, oltre naturalmente all’Italia). Le risposte arrivano con difficoltà  come pure tempi non proprio veloci si starebbero profilando per le repliche da parte dei parlamenti e delle altre istituzioni dei partner europei interessati al «sondaggio» Istat. Di conseguenza i tempi saranno quasi certamente sforati e dunque la strada al decreto legge appare ormai spianata.
In queste ore tuttavia, i relatori alla manovra, Baretta (Pd) e Leo (Pdl) sono stati investiti per via parlamentare della questione e, in attesa di raggiungere un coordinamento con il governo, stanno valutando l’ipotesi di muoversi prima che scatti la tagliola del decreto legge, salvaguardando anche l’autonomia e l’iniziativa parlamentare in materia. La mossa quindi sarebbe un emendamento taglia-stipendi da inserire nella manovra.
Come è noto il confronto con i trattamenti economici delle cariche elettive europee vede gli italiani tra i meglio posizionati. Decreto legge Monti o iniziativa parlamentare dunque, per deputati, senatori, sindaci e governatori si prospetta uno stipendio più magro fin dal prossimo anno.
Anche se la media precisa non è stata ancora elaborata dall’Istat, il confronto con le retribuzioni dei politici dei partner europei vede gli italiani sicuramente in una posizione privilegiata. Basti pensare che il trattamento complessivo, stipendio più diarie e accessori vari, di un parlamentare italiano si aggira intorno ai 15 mila euro (lo stipendio netto è di 11.704 ) con cui paga anche l’assistente. Il collega tedesco prende 11.536 euro complessivi (lo stipendio netto è di 7.009 euro) ma ha per assistente un funzionario del Bundestag. Il parlamentare francese percepisce complessivamente 13.512 euro, ha diritto ad una serie di servizi gratuiti (il solo stipendio è di 6.839 euro). Comunque sia i margini per un taglio ci sono, soprattutto in una fase in cui i sacrifici chiesti a contribuenti, cittadini e pensionati sono enormi e la cosiddetta «casta» resta nel mirino dell’opinione pubblica.
Con il riferimento alla media europea, che potrà  essere stabilita solo in modo approssimativo in mancanza di una analisi certa, rischiano di essere penalizzati anche i sindaci. Tanto per dare un parametro di riferimento il sindaco di Parigi al lordo percepisce 8.500 euro, mentre quello di Berlino (che tuttavia è anche presidente dell’area regionale, come se fosse Alemanno più Polverini) prende 15 mila euro. Il primo cittadino di Roma percepisce invece in totale 9.570 euro.
Se il confronto con Germania e Francia porta ad un piccolo livellamento in basso per le nostre cariche elettive, quello con la Gran Bretagna abbasserebbe ulteriormente la media. Infatti un parlamentare inglese prende solo 5.204 euro mensili, ma ha diritto a un rimborso spese con un controllo rigorosissimo. Basti pensare che più di un parlamentare per rimborsi gonfiati ci ha rimesso la poltrona.


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