Liberalizzazioni: si cambia dal 2012 esclusi solo i taxi

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Dunque dal prossimo gennaio cadono le barriere degli orari di apertura per tutti gli esercizi commerciali (e non più soltanto per le città  d’arte o quelle a vocazione turistica). Confermata invece l’esclusione dei taxi da questa tornata di liberalizzazioni. Una decisione che ha sventato lo sciopero dei tassisti, ma che ha provocato lo stato di agitazione delle società  di autonoleggio con conducente. Un sistema di vasi comunicanti che fa sì che a ogni decisione presa corrisponda una protesta della categoria che si ritiene danneggiata. Succede così anche per le farmacie: non piace ai farmacisti il passaggio della manovra che autorizza la vendita dei farmaci di fascia C (quelli che richiedono la prescrizione medica) anche nelle parafarmacie. «Non ci ascolta nessuno, non ci rimane che la serrata. Una decisione con pochi precedenti ma che credo ormai inevitabile» ha detto Annarosa Racca, presidente di Federfarma. Una posizione condivisa anche dalla Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani: «Per la prima volta in Europa i farmaci con ricetta escono dalle farmacie, — dice Andrea Mandelli, presidente della Fofi —. Questo non è un buon sistema per riformare il settore. Piuttosto aumentiamo il numero delle farmacie presenti sul territorio. Trattiamo, perché la contrapposizione non serve a nessuno». E infatti lunedì è prevista la serrata delle farmacie, scelta senza precedenti contro cui il Codacons ha già  annunciato denunce a pioggia.
Il paradosso è che in un simile clima di contrasti, a protestare c’è anche una parte delle parafarmacie, quelle che sono rimaste escluse dal decreto. «E si tratta quasi della metà  â€” spiega Rosaria Di Pietrantonio, componente del Forum nazionale delle parafarmacie —, ben 1.300 su 3 mila sono state escluse perché nel testo è stato inserito un limite di 15.000 abitanti sotto il quale non è possibile vendere la fascia C. E lo sanno pure i bambini che il vero potere e la vera ricchezza delle farmacie sta nelle cosiddette farmacie rurali, quelle che si trovano nei paesi di 7-8 mila abitanti che da sole fatturano circa 6-7 milioni di euro l’anno. Quindi perché proteggerle? E poi, che la protesta dei farmacisti sia una difesa di lobby lo dicono i numeri: i farmaci di fascia C rappresentano solo il 18% del fatturato delle farmacie, il 70% riguarda i farmaci con il ticket che restano saldamente in mano ai farmacisti».
Naturalmente il capitolo sulle liberalizzazioni toccherà  anche le professioni ordinistiche, ma con un passo indietro rispetto al testo precedente: viene meno lo spauracchio del 13 agosto 2012. Dopo quella data, in caso di mancata riforma delle professioni, non decadranno automaticamente tutti gli ordini professionali ma solo le norme che riguardano l’apparato disciplinare, la pubblicità  e il sistema tariffario. «Si tratta certamente di un passo avanti e di un ripensamento nei confronti della norma introdotta nella legge di Stabilità  2012 che, se fosse stata confermata, avrebbe comportato la destrutturazione del sistema ordinistico — afferma Marina Calderone, presidente del Coordinamento unitario delle professioni — ma, ancora una volta, sottolineiamo l’importanza della concertazione con gli Ordini, al fine di individuare il miglior percorso per dare attuazione alle riforme attese da anni».


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