L’ultimo giorno di Liberazione

Loading

ROMA- Nell’editoriale che appare oggi su Liberazione, il direttore Dino Greco torna a indicare nel governo il nemico che – confermando il taglio dei fondi all’editoria, – mette il quotidiano di Rifondazione comunista con le spalle al muro costringendolo alla chiusura. Ma ribadisce pure come quella per la salvezza di Liberazione debba essere una battaglia comune a tutti. Anche perché, sottolinea Greco, è «un’assurdità » pensare che sia il partito a voler chiudere il suo giornale. 
Quello di oggi per quotidiano di viale del Policlinico si annuncia come l’ultimo giorno di lavoro, anche se l’aria che si respira tra i redattori e i poligrafici non è certo quella della resa. 
Ieri i lavoratori del giornale hanno manifestato davanti al palazzo in cui il premier Mario Monti ha incontrato i giornalisti e oggi a mezzogiorno si terrà  una conferenza stampa in cui la redazione – che da tre giorni occupa il giornale – spiegherà  le iniziative decise per il futuro, a partire dalla festa di Capodanno aperta a tutte le realtà  editoriali in crisi. Molte della quali saranno presenti oggi per portare la loro testimonianza. Sono previsti gli interventi dei cdr di manifesto, Unità , Terra, Europa e Riformista, ma anche quelli di un rappresentante degli edicolanti che spiegherà  perché la categoria si oppone al progetto di liberalizzazione del settore, uno del coordinamento giornalisti precari, del sindacato territoriale dei poligrafici, del presidente della Fnsi Beniamino Natale, di Vincenzo Vita del Pd e del portavoce di Articolo 21 Giuseppe Giulietti. «Spiegheremo cosa abbiamo intenzione di fare per tenere vivo il giornale a partire dal 1 gennaio», spiega il cdr che ieri, insieme alla Rsu, ha avuto un lungo incontro con Greco. «Inizialmente saremo presenti on-line, ma torneremo a fare il giornale con tutti i lavoratori».
La conferenza stampa sarà  anche l’occasione per rispondere alle affermazioni fatte ieri dal segretario di Rifondazione comunista Paolo Ferrero che ha detto di appoggiare «la lotta dei lavoratori e delle lavoratrici di Liberazione nella difesa del posto di lavoro» e chiesto a Monti «risposte concrete» per permettere al giornale (e ad altre 100 testate a rischio chiusura) di uscire dalla crisi in cui versa. 
Una solidarietà  importante, quella di Ferrero, visto che il partito è l’unico socio della Mrc, la società  editrice del giornale che ha annunciato di voler sospendere le pubblicazioni a partire dal 1 gennaio. 
Intanto dalla federazione della stampa arriva la proposta di trasformare la redazione di Liberazione nel simbolo di una battaglia per la libertà  dell’informazione indicandola come sede ideale del Comitato per la libertà  e per il diritto all’informazione, alla cultura e allo spettacolo, a cui aderiscono numerosi sindacati, associazione e testate giornalistiche.


Related Articles

Un cavallo di Troia chiamato Al Gore

Loading

Colpo da 500 milioni di dollari per Al Jazeera che compra «Current» e dopo vari tentativi piomba così sul mercato americano. Obiettivo: fare concorrenza alla Cnn. L’emittente araba arriva nei salotti Usa e sfida l’ostracismo degli operatori del cavo e del satellite George W.Bush ne aveva fatto uno spauracchio, per lui era la «portavoce di Al-Qaeda»

«Caso Fornero», Fnsi pronta allo sciopero

Loading

 Quattro richieste al governo: autonomia, dialogo, pluralismo e soprattutto lotta vera al precariato

Tv, il Pdl tenta l’ultimo affondo Viola al ministero Ue per il digitale

Loading

L’Italia è vicinissima a una casella calda e importante, di quelle che pesano parecchio a Bruxelles. Roberto Viola — segretario generale del nostro Garante per le Comunicazioni (l’AgCom) — siederà  a breve al ministero europeo per i media.

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment