“Negri, tocca a voi” e spara all’impazzata far west a Firenze, uccisi due senegalesi

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FIRENZE – Li ha cercati e rincorsi. Come un cacciatore con una preda. Per colpirli ha sparato in mezzo alla gente, fra le bancarelle di due mercati affollati. «Un tiro al bersaglio, una cosa mai vista» racconta ancora sotto shock un ambulante. La gente che grida, che scappa, si rifugia sotto i banchi, tra le cassette con i vestiti, dietro le macchine, dove capita. Il primo raid appena passato mezzogiorno, in piazza Dalmazia, zona nord di Firenze. Quattro o cinque colpi di pistola, una 357 Magnum Smith & Wesson calibro 44. A terra restano tre senegalesi, due morti, il terzo è ferito gravemente. Tre ore più tardi altra sparatoria questa volta in San Lorenzo, a due passi dal Duomo. La stessa arma, lo stesso killer che torna a colpire e insegue in mezzo al mercato altri senegalesi: ne ferisce due. Poi fugge verso il parcheggio sotterraneo dove ha sistemato la sua auto, ma viene intercettato dalla polizia, fa in tempo a sedersi in macchina e a spararsi un colpo di revolver alla gola. Muore così Gianluca Casseri, 50 anni, pistoiese, ragioniere neofascista: è lui l’uomo che ieri ha terrorizzato mezza città . Lacrime e rabbia nella comunità  senegalese che reagisce, blocca il traffico, rovescia cassonetti, grida tutta la paura: «italiani razzisti». Poi nel corteo arrivano anche i giovani dei centri sociali e nel centro partono le cariche delle forze dell’ordine.

Il primo agguato
È passato da poco mezzogiorno quando Gianluca Casseri arriva in piazza Dalmazia, parcheggia la sua Polo grigia in doppia fila. C’è un chiosco per i panini, un’edicola e mezzo quartiere con le borse della spesa. L’uomo, secondo alcuni testimoni passa più volte davanti a tre senegalesi che vendono borse, accendini, magliette. Qualcuno parla di una lite avvenuta un paio di ore prima tra lui e gli immigrati. I carabinieri non confermano. Altri raccontano di aver sentito Casseri, che in rete professava il razzismo e attaccava «i negri», dire appena prima di aprire il fuoco: «Adesso tocca a voi». Da una borsa a tracolla l’uomo estrae il revolver e spara almeno quattro colpi. Samb Modou, 40 anni, e Diop Mor, 54 anni, muoiono sul colpo. Ferito Moustapha Dieng, 34 anni, ricoverato in prognosi riservata a Careggi, rischia di restare paralizzato. Casseri si allontana, la gente prova a fermarlo. Qualcuno scatta foto con il cellulare, l’edicolante gli sbarra la strada, «Fermo, fermo». Lui tira fuori la pistola e gliela punta alla faccia, «fossi in te ci penserei» e scappa.

La reazione
Dietro ai banchi c’è chi piange, la gente è sotto shock. Cominciano ad arrivare decine e decine di senegalesi dai vari quartieri. Anche il fratello di una delle vittime. Lacrime, rabbia e molta paura: c’è un uomo ancora armato che a Firenze va in giro a sparare a chi ha la pelle nera. Un gruppo di immigrati blocca il traffico, poi partono in corteo. Intanto scattano i posti di blocco, si cerca Casseri. Grazie ai tanti testimoni è facile risalire al suo nome dalla targa della macchina. Si sa che è di Pistoia, frequentatore di CasaPound. Posti di blocco e controlli anche in autostrada. Nessuna traccia.

Il raid
in San Lorenzo
Sono le 15.04 quando il killer torna allo scoperto. Al mercato centrale di San Lorenzo, una delle zone dove lavorano e vivono più immigrati, ma anche una delle zone più frequentate dai turisti. Parcheggia l’auto negli spazi sotterranei e esce con la pistola in borsa. Cerca altri senegalesi, ne trova due. Il primo lo colpisce all’ingresso di una pizzeria, dove viene soccorso dai gestori. Un altro scappa fra i banchi del mercato, lui lo insegue e spara ancora da una decina di metri di distanza. Panico, grida, altre scene di disperazione. «Faceva il tiro a segno da lontano. Lo ha colpito al fianco e alla spalla da dietro», racconta un commerciante. Sirene, ambulanze, un elicottero. I due feriti vengono portati in ospedale.

L’ultimo colpo del killer
Casseri intanto gira intorno alla struttura del mercato e torna alla macchina, si siede al posto del passeggero. È inseguito dagli agenti e dagli investigatori della Digos: «Esci subito» gli urlano. È circondato. Fa appena in tempo a riprendere la pistola e a spararsi alla gola mettendo fine alla sua vita. Anche un poliziotto spara quando lo vedere prendere l’arma, ma non è chiaro se lo colpisce: lo diranno la scientifica e il medico legale. «L’ipotesi è che si sia suicidato quando la polizia stava intervenendo» spiega il procuratore capo Giuseppe Quattrocchi.

La rabbia degli immigrati
Mentre sono in corso i rilievi arrivano molti senegalesi. Anche qui grida di rabbia, non credono che il killer sia morto. La polizia porta uno di loro nel parcheggio sotterraneo, a vedere il cadavere di Casseri, per tranquillizzare gli altri. «Ci sono cose che non tornano, vogliamo la verità : perché una persona così pericolosa, che era nei siti neonazisti, era in giro armato?», chiede il portavoce della comunità  senegalese, Pape Diaw. Per sabato è stata organizzata a Firenze una manifestazione nazionale «pacifica e non violenta». Più tardi i senegalesi si spostano verso la prefettura e danno vita ad una manifestazione. Si uniscono alcuni giovani dei centri sociali e l’atmosfera si scalda: vengono sparati petardi, colpite macchine, distrutta la telecamera di una tv privata. La polizia carica in piazza Repubblica.
Intanto il sindaco Matteo Renzi («è un giorno che Firenze non avrebbe mai voluto vivere» e anche «non vedo analogie con i fatti di Torino, è stato un gesto solitario e folle») ha dichiarato per oggi il lutto cittadino e annunciato che il Comune pagherà  le spese per il rientro delle salme in Senegal. Sempre oggi è atteso l’arrivo in città  del ministro all’Integrazione Andrea Riccardi. L’imam Izzedine Elzir presidente dell’Ucoii accusa: «Un attacco vile frutto di 10 anni di una parte politica fatta di odio, fascismo e razzismo». La giornata si è conclusa con una preghiera degli immigrati davanti al Duomo condotta dallo stesso Elzir.


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