Esplosione sul metanodotto Dieci feriti, crollano le case

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TRESANA (Massa Carrara) — Tre operai alle prese con lavori di manutenzione a una conduttura del metanodotto nella frazione campagnola di Barbarasco, comune di Tresana. Uno di loro è italiano, Francesco Panfino, 48 anni, di Lamezia Terme. Gli altri due sono bulgari, Giorgi Dimotrov, 22 anni, e suo padre Penchev Vasil, 43. All’improvviso un’esplosione, le fiamme alte fino a cento metri e tutt’attorno l’effetto «lunare» come diranno poi tutti. Un paesaggio spettrale, grigio di cenere, che ha come cuore un cratere enorme, largo fino a 25 metri, profondo quasi dieci.
È stato un crescendo di pessime notizie, ieri, a Barbarasco. Lo scoppio ha ferito dieci persone, quattro delle quali sono in condizioni gravi (due rischiano la vita), ha bruciato tre case (una è quasi crollata) e ne ha danneggiato altre, ha incenerito una stalla piena di animali e ha interrotto la fornitura di metano in sei Comuni, lasciando al freddo quasi trentamila persone. È stato deciso di sospendere le lezioni nelle scuole di Aulla, Fivizzano, Licciana Nardi, Podenzana, Tresana, e Pontremoli e, a esclusione proprio di Pontremoli, negli altri Comuni sarà  sospesa, appunto, l’erogazione di gas metano per le prossime 48 ore. Prefettura, protezione civile, la questura di Massa Carrara, hanno messo in piedi un’unità  di crisi per fronteggiare l’emergenza legata al riscaldamento delle case di riposo e delle abitazioni, soprattutto quelle delle persone anziane. 
Ai vigili del fuoco, invece, toccherà  ricostruire l’incidente.
Francesco e i suoi compagni devono aver intuito con qualche istante di anticipo quello che stava succedendo perché le ustioni sui loro corpi sono sulla schiena, come se lo scoppio li avesse sorpresi in fuga. Adesso sono ricoverati tutti e tre: Francesco e Giorgi sono gravi, fra i grandi ustionati degli ospedali di Pisa e di Roma mentre il padre di Vasil è all’ospedale di Pontremoli. Ma la lista dei feriti è ben più lunga. Ce ne sono altri sette, raggiunti dal fuoco nelle proprie case oppure contusi da qualche oggetto o sasso volati con l’esplosione. Due donne sono ricoverate a Genova in condizioni definite «serie»: Maria Santini, 67 anni, e Monica Amadei, 43. Gli altri cinque hanno invece ferite non gravi. 
Come qualche volta accade, anche questa storia ha il suo miracolo. Sono salvi per caso Luciano Ringazzi e sua moglie Zara Pierini. E sono salvi due volte. Perché ieri mattina erano partiti per Carrara per una visita medica e siccome l’esito non era funesto come avevano immaginato, hanno deciso di fermarsi a festeggiare l’evento. Un ristorante e un bicchiere di vino per ringraziare il destino che non si è accanito contro di loro. Quando sono tornati a Barbaresco della loro casa hanno trovato solo i resti fumanti. Il destino li ha graziati di nuovo, anche se non hanno più un posto dove vivere.


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