Frequenze tv, la mossa del governo

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ROMA — «È mia intenzione rendere partecipe il Consiglio dei ministri, convocato per il 20 gennaio, sulle decisioni che propongo di assumere» in materia di frequenze tv. Dopo un mese di riflessione, il ministro Corrado Passera (Sviluppo economico, Infrastrutture, Trasporti) annuncia dunque che già  venerdì il governo sarà  pronto a fare il primo passo sul congelamento del cosiddetto «beauty contest», il meccanismo individuato dall’ex ministro Paolo Romani per assegnare gratuitamente 6 frequenze televisive ad altrettante aziende dotate di caratteristiche predefinite. Per la gara economica vera e propria, invece, sarà  necessario attendere ancora, forse qualche mese, perché la base d’asta andrà  ben calibrata sulle esigenze del mercato radiotelevisivo per evitare che l’operazione si trasformi in un buco nell’acqua per l’erario. L’operazione congelamento del «beauty contest» varrebbe 1-1,5 miliardi di euro per la casse dello Stato. 
Il primo via libera è arrivato ieri alla Camera quando il ministro Passera — rispondendo al question time a un’interrogazione del Pd — ha formalizzato quello che aveva già  lasciato intendere in tv da Fabio Fazio dopo l’ordine del giorno votato in sede di approvazione della manovra di Natale. Allora il governo chiese di riflettere sulla materia assai delicata. E ieri i deputati del Pd — Meta, Gentiloni, Maran, Lenzi, Quartiani, Giachetti e altri — hanno comunque dimostrato grande tempismo perché, su loro sollecitazione, la risposta del governo è arrivata ad appena due giorni dal Consiglio dei ministri in cui si parlerà  di assegnazione delle frequenze tv.
Così Passera ha spiegato quale sarà  il primo passo dell’esecutivo: «Nel momento in cui chiede sacrifici ai cittadini, il governo ha il dovere di dimostrare di saper valorizzare al massimo le risorse dello Stato, specie dove tali risorse sono limitate e tali da costituire un potenziale strumento di crescita per il Paese».
Fatta la premessa, il ministro ha dunque fornito qualche indizio sull’intervento che, si presume, a questo punto, debba essere fatto in due tempi: «C’è l’esigenza di una riconsiderazione seria e approfondita nell’interesse pubblico generale sull’utilizzo delle frequenze messe in gara anche al fine di valutare eventuali benefici economici per lo Stato derivanti dalla loro valorizzazione». Il governo dunque per ora procederà  al congelamento perché prima di avviare «la procedura chiesta dall’interrogante», cioè la revoca del beauty contest, «è necessario svolgere un’analisi seria e approfondita sulle possibilità  di utilizzo di tali frequenze». La nuova procedura «eventuale» (l’asta) è dunque ancora tutta da studiare.
Soddisfatti i deputati del Pd: «La discontinuità  con il governo precedente è evidente perché l’annuncio dato dal ministro si tradurrà  nello stop immediato alla scandalosa assegnazione gratuita che avrebbe premiato innanzitutto le tv in posizione dominante», ha detto Paolo Gentiloni. Ma è pur vero che la soddisfazione del Pd sulle frequenze si manifesta nel giorno (è di ieri l’anticipazione di una intervista a Panorama) in cui Pier Luigi Bersani parla in modo poco lusinghiero della possibile candidatura del ministro come leader politico: «Passera dove, come, con chi, con quali voti?».


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FREQUENZE, SERVE L’AUTOTUTELA

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Caro Direttore, sorpresa. Fai un click su sviluppoeconomico.gov.it e trovi che il beauty contest è ancora lì tra le procedure in corso di svolgimento, senza alcuna traccia della pur annunciata e necessaria revoca in autotutela.

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