Unipol paga i Ligresti e marcia verso Fonsai

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MILANO – A notte fonda la lettera di intenti non vincolante è stata firmata. La proposta di Unipol ai Ligresti prevede tre aumenti di capitale e quattro fusioni, un processo complesso, non scevro di possibili inciampi e che, a partire da lunedì, vedrà  la convocazione di tutti i cda coinvolti nell’operazione, nonché la partenza delle due diligence. Con l’obiettivo di concludere la riorganizzazione tra tre-quattro mesi (almeno).
Il senso è chiaro: Mediobanca e Unicredit mettono in sicurezza i propri ingenti crediti, la famiglia Ligresti viene molto ben remunerata – nonostante i disastri delle compagnie – e al mercato viene chiesto un forte sforzo in termini di aumenti di capitale: solo per Unipol le stime parlano di un miliardo di mezzi freschi. Il piano prevede che Unipol acquisti il pacchetto di maggioranza dei Ligresti (il 51,287%) in Premafin, al prezzo unitario di 0,3656 euro, per un totale di 76,9 milioni. Il che vuol dire che tutta la holding viene valorizzata 154 milioni, con un premio del 100% rispetto ai valori di un mese e di tre mesi fa: non male, per una società  che ha Nav negativo (ha la quota Fonsai che ne vale un centinaio e debiti per 330). Non basta, ai Ligresti vengono riconosciuti 14 milioni in cinque anni (700 mila euro l’anno, per ognuno dei Ligresti) per un patto di non concorrenza. Sempre che ai 90 milioni ufficiali non debbano sommarsi anche gli introiti da opa di quel 20% Premafin in capo alle scatole lussemburghesi.
Lo stesso prezzo per azione pagato ai Ligresti verrà  infatti riconosciuto con un’opa agli altri azionisti, per una valutazione implicita di Fonsai intorno agli 1,3 miliardi: un miliardo tondo in più rispetto al valore di mercato di ieri, nonostante il titolo sia salito del 5% (Premafin ha guadagnato il 16,5% e la Milano l’8% mentre Unipol è scesa del 2,4%). Insomma, i titoli ordinari Fonsai vengono indirettamente valorizzati 3,7 euro contro una chiusura di a 0,6805 euro. Una volta delistata Premafin, Unipol procederà  ad una ricapitalizzazione della holding, per circa 250 milioni e così seguirà  l’aumento di capitale di Fonsai (per 750 milioni). E nel quale, secondo le ultime voci di ambienti finanziari, potrebbe rientrare anche Clessidra, ritornando in gioco con una quota dopo aver tentato di fare tutta l’operazione in proprio.
Immediatamente a seguire ci sarà  la mega-fusione a quattro tra Premafin, Fonsai, Milano assicurazioni e Unipol assicurazioni (a sua volta irrobustita con una dote ad hoc, fornita dalla controllante). La holding Ugf resterà  invece quotata e si finanzierà  a sua volta con un corposo aumento di capitale. Il consorzio è tutto da organizzare, ma certo Mediobanca non farà  mancare il suo sostegno e probabilmente, con qualche mugugno in più, anche Unicredit farà  la sua parte.
L’accordo raggiunto nella notte prevede una trattativa in esclusiva fino al 23 gennaio (prorogabile al 27) soggetta all’approvazione delle autorità  di vigilanza – e già  qui c’è un problema, visto che insieme le compagnie hanno una quota di mercato nell’Rc auto del 37% – e soprattutto alla sospensione per Unipol dell’opa a cascata su Fonsai e Milano. Questo potrebbe essere il vero punto debole della costruzione: difficile infatti sostenere che non debba esserci opa perché trattasi di salvataggio (la compagnia in effetti ha un solvency ratio di 90) quando si è scelto di strapagare al piano di sopra il passaggio di maggioranza. Si prevedono molti ostacoli. Giovedì invece riprendono le trattative per la ristrutturazione di Sinergia. Si va verso la costituzione di un fondo immobiliare, con conversione dei crediti bancari.


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