Bot ai minimi da 18 mesi Domani l’asta della Bce Spagna, cresce il deficit

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Meglio Francoforte (-0,07%) e Parigi (-0,57%) dopo una seduta in negativo dall’apertura sulla scia del deludente e inconcludente vertice G20 che si è tenuto in Messico. A Piazza Affari, giù le principali banche depresse sia dall’andamento deludente del settore in Europa sia dalla fine del divieto di vendite allo scoperto. A frenare i listini, nel primo pomeriggio, avevano contribuito anche le parole della cancelliera tedesca Angela Merkel, secondo la quale il salvataggio della Grecia non può essere garantito al 100%. A borse chiuse, tuttavia, il Bundestag tedesco ha approvato il piano di aiuti ad Atene.
Prosegue, intanto, la discesa dei tassi: l’Euribor a tre mesi ieri è andato sotto l’1% e in Italia le aste dei BoT hanno fatto registrare un ottimo andamento. Nel dettaglio, i semestrali, assegnati per 8,75 miliardi e richiesti per 11,871 miliardi, hanno registrato un rendimento medio lordo dell’1,202%, in calo di 0,767 punti. Per trovare un rendimento più basso bisogna risalire al settembre del 2010. Positiva anche l’asta di BoT flessibili con durata di 295 giorni: a fronte dei 3,5 miliardi piazzati, le richieste sono state pari a 7,67 miliardi mentre il rendimento medio lordo si è attestato all’1,29%. Insomma, i rendimenti sono sui livelli di 18 mesi fa, ben prima che la crisi del debito sovrano colpisse anche i titoli di stato italiani e da novembre a oggi i tassi semestrali italiani sono passati dal 6,5 all’1,2 per cento. «Finora – spiega un operatore – i progressi maggiori si sono registrati sulla parte breve della curva dei rendimenti, fino ai 2 anni, mentre sulla scadenze più lunghe il rientro verso livelli di rendimento più contenuti è stata solo parziale». I titoli di Stato a breve termine, non solo quelli italiani, hanno beneficiato dell’elevata liquidità  ancora presente nel circuito monetario: una liquidità  che sta determinando, come visto, una generale discesa dei tassi interbancari (l’euribor). Non è escluso, inoltre, che il trend al ribasso acceleri ulteriormente nei prossimi giorni grazie alla nuova iniezione di liquidità  che la Bce si sta preparando a effettuare nel sistema bancario dell’Eurozona grazie alla nuova asta a 36 mesi (all’1%) prevista per mercoledì prossimo per la quale si attende una richiesta delle banche di almeno 500 miliardi. La normalizzazione della liquidità , tuttavia, non si è ancora riflessa in un aumento degli impieghi, cioè dei prestiti alle imprese e alle famiglie. E questo frena la ripresa dell’economia. 
Brutte notizie, invece, dalla Spagna: nel 2011 ha registrato un rapporto deficit/ Pil dell’8,51%. Il dato è ben oltre il target ufficiale del 6%, ma in linea con le attese del nuovo governo conservatore. A sforare sono stati in particolare le 17 amministrazioni regionali che hanno chiuso l’anno con un deficit pari al 2,94% del Pil rispetto a un obiettivo dell’1,3% mentre il governo centrale ha mancato il target di 0,3 punti.


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