Aiuti ai giovani e lotta alla disoccupazione la ricetta dei vescovi per battere la crisi

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La “ricetta” dei vescovi per far uscire l’Italia dalla crisi prende vita e forma nella prolusione letta dal loro presidente, il cardinale Angelo Bagnasco, all’apertura del parlamentino Cei, il Consiglio Permanente iniziato ieri pomeriggio a Roma. Una ricetta carica di riferimenti critici e di problematiche, ma che Bagnasco fa diplomaticamente precedere da chiarissimo appoggio al governo Monti, al quale riconosce il merito di «aver messo ora il Paese al sicuro». Un placet concesso senza entrare in questioni spinose come la riforma dell’articolo 18, che solo pochi giorni fa era stato definito «valore intoccabile» dal vescovo Giancarlo Bregantini, presidente della Commissione per i problemi sociali e del lavoro. All’avvio del Consiglio – che si concluderà  giovedì prossimo – il porporato, come da tradizione, dedica gran parte della prolusione alle più importanti tematiche pastorali che premono sulla Chiesa, senza tuttavia dimenticare di fare anche qualche riferimento all’attuale momento socio-politico, sollevando, tra l’altro, il problema del «rinnovamento dei partiti: non hanno alternativa se vogliono tornare alla guida del Paese».
Bagnasco non nega le “difficoltà ” che gravano su «giovani, famiglie, disoccupati, aziende in crisi», ma fa capire di apprezzare le riforme avviate dal governo. «Con i provvedimenti adottati – è la sua ammissione – è stato portato al sicuro il Paese, facendo proprie – pur con qualche adattamento – le indicazioni comunitarie…». Tuttavia, esorta il porporato, è tempo ormai di «cambiare i nostri stili di vita» fissando una serie di irrinunciabili paletti. Uscendo, ad esempio, «dall’immobilismo», «facendo più attenzione al territorio», «continuando la lotta all’evasione fiscale». 
Bagnasco si compiace, infine, per l’evoluzione positiva che ha avuto il tema dell’Ici sui beni ecclesiastici, ma si mostra “molto preoccupato” per il dibattito in corso tra le forze politiche su eutanasia e divorzio breve.


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