Da fatturato e ordinativi altra conferma della crisi Ups si mangia Tnt

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Ieri è arrivata la conferma che anche il 2012 è iniziato malissimo: il fatturato dell’industria italiana a gennaio è sceso su base mensile del 4,9% (-5,2% sul mercato interno e -4,5% su quello estero) e su base annua del 4,4% (corretto per gli effetti di calendario). Secondo l’Istat si tratta del ribasso tendenziale il più forte da novembre 2009. La caduta del fatturato è stata accompagnata da un quasi crollo degli ordinativi all’industria. E questo purtroppo sta a significare che anche nei prossimi mesi il fatturato (cioè la produzione venduta) seguiterà  a diminuire. Per quanto riguarda gli ordinativi, a gennaio sono diminuiti del 7,4% su base mensile (dato destagionalizzato e sintesi di una contrazione del 7,6% degli ordinativi interni e del 7,3% di quelli esteri), e del 5,6% su base annua (dato grezzo). L’istituto sottolinea che il ribasso tendenziale è il peggiore dall’ottobre del 2009. Sulla flessione annua di fatturato e ordinativi pesa in misura maggiore la performance deludente del mercato interno rispetto a quelli esteri. 
Un dato positivo è, invece, arrivato dallo spread: il differenziale tra Btp e Bund ha chiuso la giornata in lieve flessione collocandosi a 286 punti base. Il rendimento dei decennali italiani si è collocato al 4,83%. Vista la discesa dei tassi e il moderato andamento della borsa, i «risparmiatori» sono un po’ confusi e non sanno dove e come investire. Non a caso il «Btp Italia» (un prodotto assolutamente nuovo) nel primo giorno di collocamento ha totalizzato ordini per «1,56 miliardi di euro». Lo ha reso noto Maria Cannata, il direttore generale del Tesoro, responsabile della gestione del debito pubblico. Per il nuovo titolo, indicizzato all’indice del costo della vita e destinato al mercato retail (teoricamente i piccoli risparmiatori) si sono avuti «30.084 contratti – ha spiegato Cannata – l’80% dei quali di taglio abbastanza moderato e cioè fino a 50 mila euro». Che, tuttavia non è una somma alla portata di tutti. Tanto per ricordarlo, il «Btp Italia» è sottoscrivibile fino al prossimo 22 marzo.
In tempi di crisi (come l’attuale) il capitalismo cerca di riorganizzarsi, possibilmente aumentando le dimensioni aziendali, anche per eliminare la concorrenza. Ieri è stato comunicato ufficialmente che il numero uno al mondo delle consegne rapide, l’americana Ups, ha acquistato la rivale olandese Tnt per 5,16 miliardi di euro, ovvero 9,5 euro per azione. Il valore pagato è il 53,7% più elevato rispetto al prezzo di Borsa della scorsa settimana, prima dell’annuncio delle trattative tra le due società . Dal matrimonio tra Ups e Tnt nascerà  il leader globale nel settore della logistica, con oltre 45 miliardi di euro di ricavi totali. L’operazione consentirà  al gruppo Usa di rafforzarsi oltre che in Europa anche in regioni ad elevata crescita come l’Asia e l’America Latina. Ups e Tnt stimano di realizzare sinergie per 400-500 milioni di euro nel giro di quattro anni. L’acquisizione dovrà  ottenere tutte le autorizzazioni da parte delle autorità  antitrust. Ups dà  lavoro a 400 mila persone e ha chiuso il 2011 con un giro d’affari di 53,1 miliardi di dollari e un utile netto di 3,8 miliardi, in progresso del 14%. Il gruppo Usa vanta anche circa 5 miliardi di dollari di liquidità . Tnt, che opera su 200 Paesi, dà  lavoro a 82mila persone, ha chiuso il 2011 con una perdita di 270 milioni di euro.


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