I trattenuti nel Cie di Trapani: “Pestaggi e maltrattamenti per tutta la notte”
TRAPANI – Tensione altissima nel centro di identificazione e di espulsione di contrada Milo a Trapani, dove sono reclusi oltre 200 tunisini in attesa dell’identificazione e del rimpatrio. Ci sono continui tentativi di fuga. Ma per sedare gli animi e scoraggiare le fughe, ci sarebbero maltrattamenti, pestaggi e punizioni nei confronti dei reclusi da parte degli uomini delle forze dell’ordine presenti nel Centro, secondo quanto denunciato dai tunisini trattenuti nel centro a Redattore Sociale. “Questa notte alcuni degli ospiti sono fuggiti. Ma le forze dell’ordine stanno trattando tutti noi in maniera disumana, hanno picchiato tanti di noi, e hanno bagnato tutte le nostre brande con acqua, shampoo, sapone liquido e dentifricio” è il testo di un messaggio che abbiamo ricevuto sul cellulare nel cuore della notte.
Al messaggio è seguita anche una telefonata con le stesse gravi denunce. “Ieri sera verso le dieci e venti, delle persone sono fuggite come l’altra volta, sono scappati in 15 o 16 – affermano le nostre fonti – Abbiamo sentito un urlo del settore di fianco, poi come un virus è passata negli altri settori questa cosa di scappare, ma in un settore ci sono una decina di persone che vogliono scappare, gli altri non vogliono. Le forze dell’ordine sanno bene cosa succede perché ci sono le telecamere di sorveglianza. Quando i poliziotti entrano nei settori, ci sono persone malate che non hanno la forza di scappare e altre che non scappano proprio, però loro entrano e massacrano tutti, picchiano ma picchiano veramente. Verso mezzanotte è entrata la polizia nel nostro settore. Siamo stati costretti a stare tutti seduti faccia a terra nella terra bagnata dagli idranti, fino alle quattro di mattina. Da tanti anni Italia non abbiamo mai visto una notte come quella di ieri”.
Il racconto della notte di terrore continua così: “È giusto che fanno le perquisizioni, però hanno buttato l’acqua delle bottiglie che teniamo in camera sopra la branda e poi lo shampoo, il bagnoschiuma, i dentrifici. Hanno strappato le lettere e le hanno bagnate con l’acqua, ci hanno rotto le penne e le schede telefoniche, una cosa disumana. Se alzi la testa ti picchiano, se dici ‘mi fa male’ ti picchiano con i manganelli, è una cosa che neanche la guerra. Hanno bloccato alcune decine di giovani di quelli che avevano tentato la fuga, li hanno messi seduti e li hanno insultati e picchiati. C’è una persona che ha il sopracciglio aperto per una ferita e tutti e due gli occhi gonfi. Quando sono entrati nella stanza abbiamo passato una sciagura come l’11 settembre. E’ durato da mezzanotte alle quattro. Poi sono passati all’altro settore e alle sei ho sentito che ancora picchiavano. Loro sanno bene che non c’entrano tutti con le fughe, possiamo capire che chi ha fatto un danno debba essere punito ma facendo così agli altri stanno dicendo ‘perché non sei scappato anche tu?”
I tafferigli per la tentata fuga sarebbero dunque degenerati, secondo le accuse mosse dai trattenuti nel Cie. “Tu non finisci di dire scusa che ti prendono con i manganelli e dicono ‘zitto, questa è casa mia’- raccontano – è giusto che chi sta fuori deve sapere cosa succede qui dentro”.
La prefettura di Trapani smentisce i pestaggi e che sia stato impedito agli ospiti di dormire bagnando i materassi. Nei giorni scorsi alcuni rappresentanti della prefettura sono andati a verificare di persona la situazione nel centro insieme ai responsabili della questura ma non hanno ricevuto denunce di maltrattamenti. La prefettura conferma a Redattore Sociale che stanotte c’è stato un altro tentativo di fuga. Se un tempo il Cie a rischio di fughe era il Vulpitta, oggi è quello di Milo dove sono reclusi da mesi ex detenuti che hanno scontato la pena in carcere e quindi vorrebbero essere rilasciati, oltre a tunisini provenienti da altri Cie d’Italia. La notte scorsa alcuni trattenuti sono riusciti a fuggire, altri sono stati presi dalla polizia e riportati indietro. In queste fughe notturne sono frequenti dei tafferugli. (Raffaella Cosentino)
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