Il Pd tentato dalla riforma Fornero

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ROMA – Il Pd è sempre alla ricerca di un accordo unitario sul mercato del lavoro. Perché condivide alcune posizioni della Cgil, perché senza intesa le nuove regole rischiano di affondare tutto il partito. E se Susanna Camusso firma, i democratici non soffriranno per il vecchio complesso del “nessun nemico a sinistra”. Assorbiranno cioè gli inevitabili dissensi di Vendola e Di Pietro.

Un risultato che si ottiene solo con un’intesa di tutti. Bersani lo sa e nei giorni scorsi ha incontratoa tu per tu sia la Camusso sia la Fornero. «Tutti i sindacati hanno dato una dimostrazione straordinaria di senso di responsabilità  nel passaggio difficilissimo delle pensioni. Per questo oggi ci sono le condizioni per trovare una soluzione unitaria». Sono parole di Stefano Fassina, responsabile economico del Partito democratico. Come dire: le sigle dei lavoratori sanno come si marcia senza lasciare nessuno indietro. Ma anche: il governo non faccia strappi dolorosi.

Il punto, naturalmente, è l’articolo 18. Un tema che non è all’ordine del giorno dell’incontro di oggi. Ma che alla fine del percorso non rimarrà  nell’attuale formulazione. E la fine è vicina, il 25 marzo l’esecutivo vuole presentare il suo disegno di legge. Per il giorno successivo il Pdl ha fissato una conferenza nazionale sul lavoro, sicuro che il governo Monti concluderà  l’opera che Maurizio Sacconi e l’esecutivo non sono riusciti a realizzare. Dovrebbe essere, nelle intenzioni del centrodestra, una festa, l’epifania del loro programma. Sacconi, ex ministro del Welfare, vuole tenere un profilo di cautela. «Sta al governo fare proposte concrete. Le farà  seguendo l’agenda europea». La flessibilità  in uscita quindi dovrebbe esserci, secondo le indicazioni della Bce. Così l’articolo 18 torna al centro della scena. Se il governo lo cambierà  in maniera sostanziale, sarà  il riconoscimento a una lunghissima battaglia del Pdl. «Condotta non per motivi ideologici – giura Sacconi – ma perché tutti gli interlocutori ci chiedevano di fare qualcosa. E gli stessi interlocutori lo chiedono oggi a Monti e Fornero».

In questo caso, la scommessa del Pdl è che Susanna Camusso si tirerà  indietro. Pena una corposa scissione a sinistra, quella della Fiom. Ma non è l’opinione del Pd. Le parole di Fassina raccontano di un accordo possibile sul quale il partito lavora giorno e notte.

Ancora più ottimista Francesco Boccia. «Leggo alcune novità  nell’atteggiamento della Camusso. Tra le righe, certo, com’è costume del sindacato. Ma quando la segretaria della Cgil sostiene la Tav e si schiera contro i manifestanti con grande determinazione sta mandando un messaggio al suo mondo». Il lettiano Boccia è convinto che anche Monti sia consapevole dei pericolie delle opportunità . «Una riforma su cui hai lavorato bene prima, trova una discesa in Parlamento. Il governo sa di giocarsi la partita della vita sul mercato del lavoro, è la riforma più importante. No, non sono pessimista».


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