Prestiti universitari, il rischio è che scoppi la prossima bolla

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Un debito preoccupante, che raggiunge la cifra globale di oltre 700 miliardi di dollari, superando negli Usa il debito delle carte di credito. E le previsioni di alcuni settori della finanza sono tutt’altro che positive: ad agosto, infatti, Moody’s Analytics, società  controllata dall’agenzia di rating Moody’s, aveva ipotizzato che quella dei prestiti universitari potrebbe degenerare fino a essere la prossima bolla speculativa a scoppiare, dopo internet negli anni Novanta e il mercato immobiliare nel 2008. 
Gli studenti che ora possono permettersi di andare al college sono aumentati rispetto a dieci anni fa, è vero, ma con essi sono lievitate anche le rette universitarie. Tuttavia il sistema di istruzione non è migliorato. I tagli alla scuola pubblica attuati a New York, in California e in molti altri stati, hanno portato al sovraffollamento delle aule e all’annullamento di molti corsi, lasciando scuole e università  in tutto il Paese in uno stato di forte disagio. E mentre, fino a qualche anno fa, la laurea poteva essere una garanzia di impiego, dopo la crisi economica del 2008 il mercato del lavoro è ancora incerto e i giovani che riescono a finire il college si ritrovano con un titolo di studio, ma senza lavoro e con una montagna di debiti sulle loro spalle. Così molti studenti, preoccupati per un futuro professionale sempre più incerto, hanno deciso di unirsi al movimento di Zuccotti Park, invocando uno sciopero del debito e chiedendo alle istituzioni di stabilire un sistema di prestiti universitari con interessi a tasso zero. «Chiediamo prestiti, sperando in una carriera fortunata dopo la scuola, e ne usciamo indebitati fino al collo, con un mercato del lavoro che è il peggiore in anni di storia americana», ha raccontato Paola Martinez, laureanda in scienze politiche, che con un figlio di un anno e un mutuo consistente, è diventata uno dei volti simbolo della protesta universitaria di New York.
L’ultima mobilitazione a livello nazionale è avvenuta due settimane fa in occasione della giornata per il diritto all’educazione, in cui gli studenti delle università  di New York, dalla pubblica Cuny (City University of New York) alla prestigiosa Columbia hanno marciato davanti al Dipartimento dell’educazione a Lower Manhattan fino al ponte di Brooklyn, per chiedere al sindaco Bloomberg una moratoria sugli aumenti delle rette universitarie (incrementate a partire da novembre, di 300 dollari a semestre per i prossimi cinque anni) e sui debiti contratti.


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