OGGI, IN MATTINATA, la nave di Sos Méditerranée Ocean Viking con 230 persone a bordo sarà accolta nel porto militare di Tolone, «a titolo eccezionale, su domanda del presidente Macron» ha precisato Darmanin. Ieri, 4 persone – tre esiliati e un accompagnatore – sono stati evacuati per ragioni sanitarie dall’Ocean Viking al largo della Corsica con un elicottero e ricoverati all’ospedale di Bastia (un rifugiato ha problemi psichiatrici e altri due delle ferite non curate subite in Libia). Un terzo dei naufraghi sarà accolto in Francia, un altro terzo in Germania e i rimanenti da altri paesi europei. La Francia esaminerà poi caso per caso la situazione dei naufraghi, chi non risponderà ai criteri per ottenere l’asilo politico o un documento di soggiorno sarà «direttamente riaccompagnato» nel paese d’origine.

INTANTO LA FRANCIA mette in atto una prima ritorsione verso l’Italia, con «effetto immediato»: Darmanin ha annunciato la sospensione dell’accordo europeo di accogliere in Francia entro l’estate 2.300 persone rifugiate in Italia. Il ministro ha definito Roma «disumana» e ha chiesto «a tutti i partecipanti a questo meccanismo» – Germania in testa – di sospendere anch’essi il programma di accoglienza dall’Italia. Questa presa di posizione è la conseguenza di una «scelta incomprensibile», di un «comportamento inaccettabile» dell’Italia, che ha «deciso di non comportarsi come uno stato europeo responsabile». Per il ministro delle Finanze, Bruno Le Maire, «la regola europea è che una nave deve sbarcare nel porto più vicino, che è un porto italiano, gli italiani devono quindi rispettare la regola europea, se cominciamo a derogare non c’è più solidarietà possibile, non c’è più una gestione efficace dei flussi migratori». Ma, ha aggiunto, «questo non esclude di dare prova di umanità». In ogni caso saranno gli esiliati i primi a subire gli effetti della crisi diplomatica franco-italiana: ci sarà «un rafforzamento dei controlli alle frontiere tra Francia e Italia» (Ventimiglia, Fréjus, Montgenèvre) dove già ieri sera sono arrivati 500 poliziotti.

Sos Méditerranée, che nei giorni scorsi ha inviato una quarantina di domande di sbarco (ricevendo un “no” dall’Italia ma anche da Malta), denuncia il «circo» europeo, la direttrice generale Sophie Beau parla di «gusto amaro» dopo la soluzione di emergenza francese e sottolinea che c’è «un dovere di assistenza imperativo, morale e legale» per venire in aiuto ai naufraghi, vittime ogni volta di «strumentalizzazioni politiche inaccettabili», che per tre settimane hanno lasciato la nave senza risposte, «un segno di fallimento drammatico degli stati europei, non è stato rispettato il diritto del mare».

L’IMMIGRAZIONE è un argomento altamente scottante in Francia, dove dal prossimo gennaio verrà presentata una nuova legge – la ventiduesima in 36 anni. Ieri, l’estrema destra è partita all’attacco. Per Marine Le Pen, «Macron invia un segnale drammatico di lassismo», mentre una parlamentare del Rassemblement national, partito che al Parlamento europeo siede con la Lega, ha definito l’Italia «coraggiosa» per il suo rifiuto, il governo francese ha aperto «il vaso di Pandora, solo la fermezza metterà fine ai drammi». Zemmour sarà oggi a Tolone per protestare. Anche I Républicains invocano «fermezza», per Eric Ciotti, candidato alla presidenza del partito, «il governo francese si fa complice dei passeurs». Invece, dalla France Insoumise sono venute inabituali parole di approvazione: «finalmente», una decisione «degna e d’emergenza» del governo, secondo il deputato Carlos Martens Bilongo, che pochi giorni fa è stato al centro di un attacco di un esponente del Rassemblement national (che gli ha ingiunto: «ritorni in Africa», la seduta è stata sospesa e il deputato responsabile dell’aggressione verbale è stato escluso per 15 giorni).

Nei giorni scorsi, il presidente della Corsica, Gilles Simenoni, e il sindaco di Marsiglia, il socialista Benoît Payan, si erano detti disposti ad accogliere i naufraghi.

* Fonte/autore: Anna Maria Merlo, il manifesto