Un agguato ogni 4 giorni «Potrebbe colpire ancora»

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MONTAUBAN — Un’azione ogni quattro giorni. L’uomo che provoca l’orrore nel Sud della Francia ha ucciso a cadenza regolare: 11 marzo il primo parà  a Tolosa, 15 marzo altri due parà  a Montauban, 19 marzo i tre bambini e l’insegnante della scuola ebraica di Tolosa. «Sì lo abbiamo notato e tutto lascia pensare che l’assassino proverà  a colpire ancora», ha detto ieri in conferenza stampa da Parigi il procuratore Franà§ois Molins, che coordina l’inchiesta. Dopo i dettagli atroci del massacro alla scuola, nessun particolare spaventoso viene risparmiato, e quindi comincia il conto alla rovescia per un possibile nuovo dramma venerdì, se i 200 investigatori e le migliaia di agenti mobilitati non riusciranno a fermare l’uomo più ricercato degli ultimi decenni. 
«Non abbiamo niente in mano», ha ammesso ieri mattina il presidente Sarkozy mentre partecipava al minuto di silenzio decretato alle 11 in tutte le scuole di Francia. Nel pomeriggio, il procuratore è apparso più vago, e quindi meno pessimista: «Le due piste principali, quella neonazista e quella del terrorismo islamico, non sono state abbandonate e se ne possono aggiungere altre, noi le seguiamo tutte — ha detto Molins —. Sappiamo più di quel che diciamo, perché la priorità  è catturare il colpevole senza offrirgli indizi sulle nostre mosse».
Dopo lunedì, quando il Paese e la classe politica erano sembrati capaci di stringersi uniti intorno ai bambini di Tolosa, ieri è stata la giornata del contraccolpo, fatta di nuovi particolari orrendi, paura, polemiche, litigi e smentite tra le stesse autorità . «L’uomo aveva al collo, forse legata al petto, una piccola videocamera con la quale potrebbe avere filmato tutto», ha dichiarato ieri mattina il ministro dell’Interno Claude Guéant. «E quando uno filma le sue azioni, è per riguardarsi o per mostrarle ad altri». Il particolare della telecamera sarebbe stato indicato da un testimone, e forse confermato dalle videocamere di sorveglianza. Una crudeltà  senza fine. Ci si aspetta che l’assassino metta online le immagini del massacro, girate dall’incomparabile punto di vista di chi lo ha commesso. Più tardi, di fronte all’ondata di emozione, il solito Molins ha provato a ridimensionare: «È solo un’ipotesi». E allora, l’ipotesi è che il killer si sia servito di una videocamera GoPro, del costo di 200 euro al massimo, diffusa tra gli appassionati di sport estremi e tra i soldati, in particolare i paracadutisti, abituati a studiare i dettagli dell’azione appena eseguita per scoprire difetti e migliorarsi. Un altro elemento che confermerebbe la tesi di un uomo proveniente dall’ambiente militare. 
Ad aggiungere tensione, i leader politici hanno cominciato a litigare: i collaboratori di Sarkozy e Hollande si sono reciprocamente accusati di non rispettare la sospensione della campagna elettorale decisa insieme, e Bayrou ha incolpato tra le righe Sarkozy di avere, nelle scorse settimane, alimentato il clima di odio tra le comunità  etniche. Oggi quasi tutti, compresa Marine Le Pen ma non Jean-Luc Mélenchon, si troveranno a Montauban per l’addio ai paracadutisti. Nel giorno più buio, quello del nervosismo dopo la tragedia, ci si attacca a una telefonata ascoltata in un treno fuori Parigi: un passeggero ha raccontato alla polizia che la donna davanti a lui, poche ore dopo il massacro di Tolosa, ha detto al telefono piangendo: «È così, adesso hai deciso di prendertela con una scuola…».


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