Partite Iva e contratti, pressing al Senato Articolo 18 Contratti Welfare

Loading

ROMA — Parte oggi al Senato la grande corsa per il via libera alla riforma del lavoro. Con il fantasma dello spread che torna a salire minaccioso. Il Parlamento dovrà  così cercare di modificare la convinzione ormai diffusa sui mercati che il governo Monti «ha dovuto annacquare la riforma dell’articolo 18, costretto a un compromesso», come scrive Richard Barley sulla pagina delle opinioni del Wall Street Journal. Il quotidiano economico statunitense, che già  qualche giorno fa aveva criticato il governo meritandosi la replica di Palazzo Chigi, si chiede «se le concessioni accordate siano ancora in grado di favorire le assunzioni alle imprese». Proprio su questo punto si svolgerà  oggi il summit tra le varie associazioni imprenditoriali per trovare una linea comune sulle richieste da portare in Parlamento.
«Nessuno di noi ha chiesto di stravolgere tutto», ha precisato ieri il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, raccogliendo anche l’invito di Marco Tronchetti Provera (Pirelli) di «evitare scontri» perché «la riforma è coraggiosa», però, prosegue Marcegaglia, «ci sono alcuni punti specialmente sulla flessibilità  che se non dovessero essere cambiati si rischia di ridurre l’occupazione anziché aumentarla». Appena più morbida la posizione confindustriale sull’articolo 18 — anche se per la Marcegaglia la «soluzione raggiunta con l’accordo del 23 marzo era buona» — visto che ha riconosciuto un avanzamento anche con le modifiche volute dalla Cgil «perché un domani il giudice potrà  scegliere tra reintegro o indennizzo anche nel caso di licenziamento illegittimo».
Uno snodo questo cruciale sul quale ha voluto intervenire anche il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, al termine di una riunione allargata delle segreterie, ricordando come la «possibilità  di reintegro nei licenziamenti per motivi economici sia un concreto passo in avanti».
Oggi pomeriggio i rappresentanti delle principali parti sociali saranno sentiti in audizione al Senato. Il presidente della commissione Lavoro di Palazzo Madama Pasquale Giuliano (Pdl), 70 anni ed ex magistrato di Cassazione, ha deciso una due-giorni di audizioni a rotazione per lasciare liberi i senatori nella giornata di venerdì per seguire la campagna elettorale in vista delle amministrative. Oggi da parte del ministro al Welfare Elsa Fornero solo un probabile saluto di introduzione mentre un suo intervento vero e proprio è atteso per la fine delle audizioni.
Dai partiti si avanzano intanto schemi di modifiche. A entrare nel dettaglio delle richieste Pdl è Giuliano Cazzola. «Cambiamenti sono necessari — spiega il vice presidente della commissione Lavoro della Camera — per quanto riguarda i titolari di partite Iva e i collaboratori (di cui vanno salvaguardate le effettive professionalità ), i contratti a termine, in particolare se svolti in regime di somministrazione, i vincoli per l’apprendistato». Per l’esperto del Pdl, in questo caso trovandosi d’accordo con le richieste del Pd, «va poi riesaminata la stangata contributiva prevista entro il 2018 per gli iscritti alla gestione separata dell’Inps, senza che siano indicate nuove misure di protezione sociale». Per Cazzola «il clima sembra buono» e il governo è disponibile ad accogliere le proposte di modifica dei partiti. Tiziano Treu (Pd) torna ad invocare la fretta «se vogliamo chiudere entro l’estate» mentre il senatore Fli Giuseppe Valditara nota che «il testo in arrivo è deludente rispetto alle attese, va migliorato introducendo maggiore flessibilità ».


Related Articles

La proposta Letta non è il reddito minimo garantito

Loading

In Europa, Italia e Grecia sono i due Paesi che ad oggi ancora non si sono dotati di un reddito minimo garantito, pacificamente riconosciuto come mero strumento di contrasto alla povertà; sono altresì i due Paesi maggiormente in crisi.

Meno di un italiano su 2 lavora. Studio della Cgil: “Peggio solo la Grecia”

Loading

Tasso di occupazione del 48,7%. “Altissima” la percentuale di popolazione inattiva, che supera il 44% contro una media europea del 36%. Indagine studio dell’Associazione Bruno Trentin

“Marcegaglia si sbaglia dal governo un segnale forte”

Loading

L’intervista Giuseppe Recchi, presidente dell’Eni e del Comitato investitori esteri di Confindustria

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment