Quel cargo con le armi per Assad

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Ma non c’è solo questo sul fronte della crisi. Un episodio rilancia i sospetti su forniture clandestine di armi in favore di Damasco nonostante divieti e embargo. Un mercantile tedesco è stato fermato dall’armatore mentre stava facendo rotta sul porto siriano di Tartous. Nelle stive — stando agli avversari del regime — vi sarebbe equipaggiamento militare destinato alle truppe di Bashar Assad. Come hanno segnalato più volte fonti Onu è attiva una catena di rifornimento marittima che riempie l’arsenale siriano. Un flusso alimentato da Teheran e, forse, anche dai russi, tradizionali alleati del clan Assad.
La «Atlantic Cruiser», cargo tedesco noleggiato da una società  ucraina, ha fatto sosta a Gibuti. Una tappa necessaria per trasbordare un carico arrivato nello scalo africano con un’unità  iraniana. Successivamente il mercantile ha risalito il canale di Suez facendo rotta su Porto Said e quindi verso la Siria, anche se come approdo finale era indicato Iskenderun, in Turchia. Arrivata a circa 80 chilometri dalla costa siriana, il cargo ha iniziato a fare delle manovre circolari. Forse attendeva un segnale per poi piegare verso la sua destinazione. I suoi movimenti — secondo una ricostruzione — erano però noti a membri dell’opposizione siriana che hanno avvertito le autorità  tedesche. Il capitano della «Atlantic Cruiser» ha ricevuto l’ordine di fermarsi per permettere nuovi controlli. Cosa c’è nelle stive: armi o, come recitano i documenti, materiale idraulico? Lo si capirà  presto. Il caso del mercantile ricorda quello della «Chariot», nave che grazie al lassismo delle autorità  cipriote ha portato tonnellate di munizioni russe in Siria. E chissà  quante altre, in questi mesi, hanno beffato l’embargo Onu.


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