Achtung, «occupisti»

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FRANCOFORTE – Il comune di Francoforte e la polizia fanno di tutto per impedire Blockupy, la quattro giorni di protesta contro la gestione europea della crisi finanziaria, organizzati da una vasta e variegata rete di opposizione. Lo si è visto già  la settimana scorsa, quando l’assessore democristiano responsabile per l’ordine pubblico ha vietato tutte le iniziative in programma. Non solo quelle di Blockupy, anche una veglia dei «monaci per la pace» venerdì. Da più di venti anni i monaci si incontrano davanti alla Deutsche Bank ogni settimana, per protestare contro la povertà  nel mondo.
Colpite da questa generalizzata sospensione del diritto a manifestare, anche la tradizionale deposizione di una corona da parte degli Jusos, i giovani socialdemocratici, nella giornata internazionale contro l’omofobia, così come la manifestazione del comitato per i diritti costituzionali, indetta proprio per protestare contro il divieto di Blockupy.
Per giustificarsi, i responsabili dell’ordine pubblico dipingono uno scenario terrificante, in cui migliaia di presunti violenti vorrebbero devastare la città . «È una totale deformazione della realtà , al solo scopo di vietare completamente la protesta», dice Christoph Kleine di Blockupy. I portavoce rimandano instacabilmente al testo del programma concordato da tutti i 50 gruppi promotori, dove si dice che dalle manifestazioni non deve venire nessuna violenza. 
Che sia così lo si è visto mercoledì mattina, durante lo sgombero dell’Occupy-Camp davanti alla Bce: a parte un paio di schizzi di colore a acqua, non si è vista traccia di resistenza attiva. Le occupiste e gli occupisti si sono lasciati portar via, per lo più di buon umore. 
Amministrazione comunale e polizia insistono invece nella loro visione. Mercoledì hanno sbarrato grosse parti del centro urbano, e delimitato una cosiddetta «zona di sicurezza» attorno alla Banca centrale europea. Già  cominciano a emettere Platzverweis, specialità  tedesca per cui ogni agente può costringere a allontanarsi da certi luoghi persone che non gli vanno a genio. Un portavoce della polizia ha detto che fino a domenica nessuna manifestazione spontanea sarà  tollerata nei quartieri del centro. 
Già  ci sono controlli rafforzati sui treni e intorno alla stazione ferroviaria. Diversi simpatizzanti riferiscono che gli è stato impedito di proseguire il viaggio fino a Francoforte, o di essere stati trattenuti per ore.
Questa coreografia dei divieti non risparmia nemmeno l’università , che per paura di Blockupy chiuderà  i suoi edifici fino a domenica. I rappresentati degli studenti della Goethe-Università¤t sono furibondi. Si consolano pensando che adesso gli studenti potranno usare il supplemento di tempo libero per dimostrare.
Nonostante tutto, gli aderenti a Blockupy non mollano, anche se la repressione preventiva scoraggerà  i più incerti tra i potenziali dimostranti. Secondo Roman Denter, di Attac, la maggior parte di loro ha paura non di potenziali violenze di piazza, ma della repressione della polizia. Tuttavia resta ottimista: «I fantomatici pretesti per i divieti organizzativi verrano smentiti e ridicolizzati dalle modalità  reali della protesta».
I portavoce sono sicuri che la magistratura, in seconda istanza, autorizzerà  la manifestazione del Comitato per i diritti costituzionali, convocata per giovedì e al momento vietata. La sola dimostrazione definitivamente consentita, in seconda istanza, dalla corte regionale amministrativa dell’Assia, è il grande corteo conclusivo di sabato. Su questo appuntamento si concentrerà  ora la mobilitazione. E tutto il grancan su vietare-nonvietare farà  indirettamente da pubblicità . Quanto al complesso dei divieti, la Linke dell’Assia, organizzazione regionale del partito per il socialismo democratico, ha già  fatto ricorso alla corte costituzionale federale di Karlsruhe, che deciderà  con un procedimento d’urgenza su una possibile violazione della libertà  di riunione.
Intanto la polizia ha già  dovuto incassare una sconfitta sui «divieti di soggiorno» da lei disposti. Martedì sera il tribunale amministrativo di Francoforte ha cassato come illegittimi 400 di questi provvedimenti, nei confronti di altrettanti fermati nel corso di un corteo svoltosi in città  il 31 marzo, sempre per protestare contro la Banca centrale europea. 
© die tageszeitung


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