Finmeccanica, meno poteri a Orsi via le deleghe su strategie e finanza

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ROMA – Si ridimensiona il potere di Giuseppe Orsi al vertice di Finmeccanica. Oggi, al termine dell’assemblea dei soci, convocata per approvare il bilancio 2011 che si è chiuso con una perdita record di 2,3 miliardi, il consiglio di amministrazione del gruppo dovrebbe trasferire alcune deleghe chiave dal presidente e amministratore delegato ad Alessandro Pansa, direttore generale e responsabile dell’area finanza cooptato nel board di Piazza Monte Grappa, manager fortemente sostenuto dal vice ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, di fatto azionista di riferimento della holding.
A Pansa dovrebbero passare le deleghe sulle acquisizioni, sulle strategie e sulla finanza; a Orsi resterebbero quelle sul personale, sulle relazioni esterne e sull’area legale. Si torna dunque alla diarchia nella holding pubblica dopo la non facile, ma breve, coesistenza tra lo stesso Orsi e l’ex presidente Pier Francesco Guarguaglini, costretto a dimettersi in seguito ad un avviso di garanzia per false fatturazioni e il coinvolgimento della moglie Marina Grossi (ex ad della Selex Servizi integrati) nell’inchiesta giudiziaria sull’Enac.
Il rafforzamento di Pansa sembra prefigurare il futuro di Finmeccanica. Quella di ieri è stata una giornata decisiva con una serie di riunioni e una sorta di pre consiglio in vista dell’assemblea degli azionisti. Orsi è indagato per corruzione internazionale e riciclaggio. Ha sempre respinto con nettezza qualsiasi personale coinvolgimento. Il governo ha sempre detto che avrebbe aspettato l’esito dell’inchiesta per un eventuale intervento. Proprio due giorni fa il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, ha confermato la fiducia nei confronti del management (la tesi è che non possa essere un avviso di garanzia a mettere a repentaglio un gruppo con oltre 70 mila dipendenti nel mondo) ribadendo, però, di seguire «molto attentamente le risultanze delle indagini». Il rafforzamento di Pansa, allora, potrebbe essere solo un primo passo.
Negli ultimi mesi, in realtà  ancor prima del suo coinvolgimento nell’inchiesta della magistratura, il potere di Orsi ha cominciato a traballare anche perché si sono indeboliti quelli che sono considerati i suoi sponsor politici. Manager nato a cresciuto nel gruppo (ha guidato per tanti anni l’Augusta Westland), Orsi è salito al vertice grazie al sostegno determinante della Lega Nord.
Non tanto per affinità  politiche (Orsi è un cattolico, vicino a Comunione e Liberazione e con buone relazioni con l’Udc) ma per ragioni di contiguità  geografica: l’head quarter di Augusta si trova in provincia di Varese. Qui si è via via rafforzato il rapporto con Roberto Maroni. La stessa moglie del prossimo segretario del Carroccio è dirigente dell’Alenia-Aermacchi. La caduta del governo che lo aveva scelto ha fatto perdere a Orsi i suoi punti di riferimento sullo scacchiere politico. Ma c’è anche il progetto industriale che stenta ad essere realizzato. Orsi ha annunciato un piano di dismissioni (Ansaldo Energia, Breda e Ansaldo Sts) da un miliardo di euro, per far uscire Finmeccanica dai settori non considerati strategici (dall’energia ai trasporti, appunto) con l’obiettivo di concentrarsi nel settore dell’aeronautica. Ieri il titolo Finmeccanica ha chiuso con un pesante – 4 per cento.


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