Il boyscout Matteo e la staffetta Juliet «Noi volontari, la forza delle tendopoli»

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ROVERETO SULLA SECCHIA – Di colore grigio spento il telaio, blu luccicante invece il lucchetto avvolto ad arte sul gambo della sella, è appoggiata al cavalletto vicino a un rovere sotto la vecchia chiesa oramai scesa giù. Matteo Diacci è un uomo giovane ma già  d’ordine. Prima di scappare ha sistemato con cura la bicicletta. Una cosa per volta, ogni cosa al suo posto. Gliel’ha insegnato il papà , che gli ha anche attaccato la passione per i boyscout. E con la sua bella divisa addosso, orgogliosamente, Matteo, 25 anni, laureando in Ingegneria, mica s’è perso d’animo. Da domenica 20 maggio, dalla prima scossa, ha girato la provincia da volontario. Si è fatto Carpi, Cavezzo, Mirandola, Finale. E quando cominciava ad accusare la fatica, il terremoto gli è entrato in casa. Qua. Stava in bici in centro. A Rovereto sulla Secchia, frazione di Novi di Modena. Ieri mattina. Quattromila abitanti, trenta boyscout. Pochi vigili del fuoco, pochi mezzi, poche tende. Un signore alto e fiero come il vicesindaco Italo Malagola, 54 anni, che piange. Il parroco don Ivan che non c’è più. È rimasto Diacci. A sera, sudato fradicio, perde l’aria british e si sgola in faccia a uno della Protezione civile: «Dovete svegliarviiiii voi e il Comuneeee!». Pochi metri più in là  la sua capa, Juliet Achukwu, 27 anni, ha appena strigliato il comandante dei pompieri. Hanno un’energia che sposta le macerie, i ragazzi. 
Juliet, italiana, mamma e papà  nigeriani, professione assicuratrice, contatta mezzo mondo tra colleghi e conoscenti per domandare tende. Una fatica infinita. I telefonini Tim non prendono e la maggioranza è abbonata proprio a Tim. Internet procede a singhiozzo. Per comunicare si torna all’antico. Camminare, pedalare, correre. Vengono organizzate staffette dal campo-base, in piazza Giovanni XXIII, al campo da calcio, dal campo da calcio al prato coi tendoni della sagra già  allestiti per pranzi e cene degli sfollati. Le signore Rosanna e Assunta, lo sguardo pacioso e fulminante delle donne d’Emilia, il grembiule sporco, riempiono e agitano pentoloni sul fuoco, chili e chili di pastasciutta pronta, condita e servita. A breve distanza, Juliet osserva che nessuno salti la coda o imbrogli per avanzare di posizione. Non ce n’è bisogno. «Lo sa che cosa mi stupisce, anzi mi sorprende? La straordinaria compostezza» dice Marco Papponetti. 
Papponetti, tecnico di laboratorio all’ospedale di Chieti, volontario del Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta, alla richiesta della sua età  abbozza un sorriso: «Beh, ho 37 anni, dunque sono giovane. In Italia lo chiamano ancora così uno di 37 anni, giusto?». In questa terra sconvolta, ce ne sono un sacco, di Papponetti. Soltanto che non alzano la voce per farsi vedere. Sarà  un difetto generazionale. «Ce ne sono nel mio gruppo e ce ne sono nella Protezione civile, nella Croce Rossa. Li vedo, ci sto insieme, ci diamo sotto». Con i suoi, Marco ha realizzato un centro d’accoglienza a Bomporto. Gli piace sottolineare le 9 nazionalità  presenti e i 7 credi professati. Il tutto, è pronto a giurarlo, «senza mai un conflitto».
Certo, chi viene volontario da fuori ha lasciato la sua casa intatta, i suoi familiari protetti, non ha quello straziante dilemma del vicesindaco Malagola: «Ci sono strade con case devastate su un lato e intatte sul lato opposto. Il disastro ai dispari, la facciata integra ai pari… Perché? Perché nella mia strada io abito sul lato sbagliato?». Forza, forza, incoraggia alle spalle l’ingegner Paolo Baldini, 44 anni, che dirige i vigili del fuoco. Originario di Piacenza, non conosce l’articolata geografia di frazioni e comuni dell’Emilia, motivo per il quale si becca le ramanzine di Juliet, da poco eletta, all’unanimità , leader dei boyscout di Rovereto sulla Secchia. Tipo in gamba anche lui, Baldini. L’hanno spedito al fronte, ci rimarrà  una vita. Come tutti i generali in trincea, per prima cosa conta le forze. Non gli va di montare polemiche, e preferisce non rilasciare dichiarazioni. Però si sappia che in una frazione dove gli edifici di metà  paese sono lesionati, è l’unico tecnico presente, ha un camioncino soltanto, e personale logorato e di numero ridotto. 
Basteranno gli aiuti? Ieri mattina è partito il quinto gruppo di volontari dall’Umbria. In serata sono arrivati i volontari di Cuneo. La Croce Rossa ha spedito 200 volontari. Trenta volontari della Protezione civile sono venuti da Udine, altri li raggiungeranno oggi. Basteranno? Luca Viaggi è un volontario, quando non fa il direttore di banca. Ha 44 anni, è un’istituzione di Mani Tese. Ha lunga esperienza. «Il canale non governativo, tradizionalmente è più scattante, efficace, pragmatico… Meno male. Dovessimo sempre aspettare gli altri…». Intanto a Rovereto sulla Secchia tirano ancora boati da sottoterra, forse apre una farmacia, forse apre un supermercato, forse arriva del cibo con due camion della Coop, forse stanno portando le tende, forse no. Nel dubbio i boyscout raccontano al comandante Baldini che in un magazzino hanno delle tende da campeggio, il comandante presta due dei suoi e autorizza l’assalto, s’accende una sigaretta, in sottofondo Julia Achukwu sgrida un signore che si stava lamentando per non poter rientrare in casa. «La smetta, non è il momento».


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