Imu, Alfano e Bersani uniti guidano il fronte del «no»

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ROMA — Il segretario del Pdl Angelino Alfano chiede di non far pagare la tassa sulla prima casa (Imu) e dice che «l’Ici la ritoglieremmo altre cento volte, perché l’abitazione è un bene sacro». Il leader del Pd, Pierluigi Bersani, rilancia la sua proposta di alleggerire l’Imu e affiancarla con una patrimoniale. Mentre dall’Udc Pier Ferdinando Casini risponde alla sciopero fiscale della Lega e anche ad Alfano: «È stata proprio l’abolizione dell’Ici a regalarci l’Imu».
Manca ormai un solo giorno alle amministrative che chiameranno al voto 8 milioni di italiani. E siccome quando le urne sono vicine l’argomento chiave è sempre quello dei soldi, gli ultimi fuochi d’artificio della campagna elettorale sono tutti per lei: l’imposta municipale unica. L’abolizione della tassa sulla prima casa, a partire dal prossimo anno, è un cavallo di battaglia del Pdl, che su questo ha anche presentato alla Camera un ordine del giorno poi accolto dal governo. Adesso il segretario Alfano scrive a tutti i sindaci del suo partito per chiedere di non alzare l’aliquota rispetto alla soglia standard fissata dal governo, rinunciando quindi alla possibilità  prevista dalla legge: «È necessario che anche tu, caro sindaco — scrive Alfano — ti impegni direttamente in questa battaglia contro questa tassa profondamente ingiusta» mantenendo l’aliquota «invariata» oppure «fissandone una inferiore». Una battaglia che però, secondo il segretario del Pdl, non deve prendere la scia dello sciopero fiscale agitato dalla Lega: «Assolutamente non ricorreremo alla piazza — si legge ancora nella lettera — perché la strada maestra è quella prevista dalla Costituzione, cioè fare una buona legge».
Anche il Pd insiste con la sua proposta: alleggerire la tassa — spiega Bersani — e «affiancarle un’imposta personale sui grandi patrimoni mobiliari». Ma stavolta il segretario del Pd fa un passo in più e suggerisce un’altra modifica chiesta più volte in questi giorni dall’Anci, l’associazione dei Comuni: «Lasciare l’Imu ai sindaci, semmai diminuendo i trasferimenti dello Stato così da costituire una base di autonomia impositiva dei Comuni». E un altro correttivo viene indicato dal responsabile economico del partito Stefano Fassina: «Innalzare la detrazione sulla prima casa da 200 a 300 euro e alzare l’aliquota sulle abitazioni che hanno un valore superiore a 1,2 milioni di euro». Una soluzione che — secondo Fassina — «eliminerebbe l’Imu per i 2/3 delle abitazioni di residenza» lasciando invariato il gettito complessivo. Dall’Udc Casini prende di mira soprattutto la Lega: «Si aggirano in Padania — attacca Casini — sosia di persone che hanno governato 9 anni e che ci spiegano che la pressione fiscale è insopportabile. Si sono dimenticati che sono stati loro a fare scelte demagogiche come l’abolizione dell’Ici che ha costretto tutti gli italiani a pagare l’Imu».
Anche l’Italia dei Valori rilancia la sua battaglia: Antonio Di Pietro parla di «tassa iniqua, vessatoria» e chiede al governo di Monti di «smetterla di favorire sempre e solo le lobby economico finanziarie, distruggendo le famiglie e le piccole e medie imprese». Per Sel, Nichi Vendola si dice d’accordo con un pezzo di proposta del Pdl e un pezzo di proposta del Pd: «Abbiano il coraggio di abolire la tassa per la prima casa e di mettere un’imposta sulle grandi ricchezze». E poi chiude: «Nel Pdl si accorgono dell’Imu solo a due giorni dal voto».


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