«Creare zone franche» C’è un Piano Merkel per favorire la crescita

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BERLINO — Franà§ois Hollande lo aveva detto dopo l’incontro con Angela Merkel, il giorno dell’insediamento all’Eliseo e del fulmine sull’aereo che lo portava in Germania. «Non ci si può limitare solo a politiche di austerità . Da oggi tutte le proposte si mettono sul tavolo». La cancelliera non ha perso altro tempo e su quel tavolo ha messo le sue carte: un piano in sei punti per promuovere la crescita e stimolare le economie dei Paesi della zona euro in difficoltà , Grecia in primo luogo. Una di queste idee è la creazione di zone economiche speciali con incentivi fiscali e legislazioni più leggere per attirare gli investimenti. 
Se ne parlerà  a Bruxelles, al Consiglio europeo di fine giugno. Ma anche prima, naturalmente, perché il vertice a quattro tra il presidente del Consiglio Mario Monti, la cancelliera, il presidente francese e il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy si farà . «Dopo il 17 giugno», è stato annunciato, all’indomani cioè delle elezioni greche e del voto per l’Assemblea nazionale francese. Le incertezze degli ultimi giorni sono svanite e il suo portavoce, Steffen Seibert, ha dichiarato che Angela Merkel «accoglierà  con piacere l’invito». 
Sarà  un appuntamento importante, se è vero, come ha detto ieri sera Monti, che «l’Italia può facilitare una sintesi tra le posizioni francesi e le posizioni tedesche proprio per arrivare a una sintesi tra rigore e crescita di cui tutti abbiamo bisogno». 
In questo quadro si inserisce anche la questione degli eurobond, su cui tanto insiste Hollande. «Non di tratta di una cosa per domani, rimangono riserve da parte tedesca e nessuno vuole fare misure che siano un pugno nell’occhio di un altro importante Paese», ha osservato il presidente del Consiglio, ricordando però che molti partner europei sono favorevoli a una svolta in questa direzione. 
Il compito dei facilitatori non sarà  facile. La Germania è assolutamente contraria agli eurobond, e le proposte anticipate dal settimanale di Amburgo (che certo non sono le uniche che verranno dal governo Merkel) sono molto «made in Germany». 
Berlino non vuole nuovi debiti e punta su riforme e privatizzazioni. Oltre alle «zone franche», viene ipotizzata la creazione nei Paesi dell’Europa mediterranea di agenzie per la vendita delle aziende pubbliche sul modello della Treuhand, fondata dopo la riunificazione. 
Nel documento si propone inoltre l’adozione di un sistema educativo con un rapporto più stretto tra scuola e mondo del lavoro e si suggerisce di rendere meno difficili i licenziamenti e di introdurre contratti con minori oneri sociali e fiscali. Le carte sono sul tavolo, ma anche la Spd e i Verdi (i cui voti sono determinanti per l’approvazione del Fiscal Compact) avranno un ruolo in questa partita.


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