Obama: la crisi Ue può contagiare gli Usa

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ATENE – La Grecia intravede in zona Cesarini un timido spiraglio per la soluzione della crisi politica mentre i mercati prendono un giorno di ferie dalla tragedia e chiudono in ripresa, con Piazza Affari in progresso dell’1,69% e lo spread sui bund a quota 398. Una tregua che però non rende certo meno grave la situazione europea: la Bce non a caso ha rilanciato la richiesta di fare di più per la crescita di tutto il continente visto che l’occupazione «è in peggioramento» e le stime sul Pil 2012 dell’area euro sono state riviste al ribasso dal -0,1% a -0,2% dagli economisti privati interpellati da Eurotower. La preoccupazione contagia il presidente degli Stati Uniti Barack Obama: «I problemi dell’Europa restano tra gli ostacoli principali che possono colpire la crescita dell’economia americana, così come il prezzo della benzina». Eppure la soluzione sarebbe semplice, secondo Obama: «L’Europa si trova ancora in una situazione economica difficile perché non ha compiuto alcuni dei passi e preso alcune delle misure presi qui negli Stati Uniti».
La situazione sotto il Partenone resta naturalmente difficilissima. E il voto anticipato resta di gran lunga l’ipotesi più probabile. Il pressing della Ue («se la Grecia non rispetta i suoi impegni è fuori dall’euro», ha detto il presidente della Commissione Josè Manuel Barroso) ha aperto però qualche crepa nel granitico fronte anti-austerità  uscito vincitore alle elezioni. «Voglio un governo di unità  nazionale che duri fino al 2014 per tenere il paese nell’euro» ha detto ieri Fotis Kouvelis, numero uno di Sinistra democratica, al termine dell’incontro con Evangelis Venizelos cui il presidente della Repubblica ha affidato il terzo (e ultimo) tentativo di formare un esecutivo. «Un primo passo importante», ha confermato il numero uno del Pasok. Le fragili basi di una possibile intesa – magari sotto l’egida del Presidente della Repubblica – potrebbero prevedere il sì all’Europa (l’80% dei greci, dicono i sondaggi, vuol rimanere nella moneta unica) in cambio di una revisione “soft” del memorandum. «Un no secco (come vuole la sinistra di Syriza, ndr) ci spingerebbe al default», ha precisato Kouvelis. Se sono rose fioriranno. Ad Atene al momento l’ipotesi più gettonata resta il voto anticipato a giugno, anche se i voti di Sinistra democratica sommati a quelli del Pasok e del centrodestra di Nd garantirebbero la maggioranza in Parlamento. L’unica certezza è che l’impasse politica sta facendo avvitare una crisi economica già  gravissima: la disoccupazione ellenica è salita a febbraio al record del 21,7%, con una drammatica punta del 53,8% per i giovani sotto i 24 anni. La produzione industriale a marzo è calata dell’8,8% mentre il crollo dei consumi, sostiene la Camera di commercio, ha fatto calare del 12% le vendite al dettaglio a Pasqua in un paese dove ormai chiudono mille negozi alla settimana. 
La Borsa di Atene, per una volta, ha ignorato ieri le brutte notizie agganciando (+6%) il rimbalzo dei paesi periferici dell’area Ue, Milano e Madrid (+3,4%) comprese. A portare un raggio di sole sui listini è stata la notizia che Goldman Sachs ha acquistato 2,3 miliardi di titoli italiani nel primo trimestre. Nessuno, naturalmente, canta vittoria.


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