Pietre e vernice rossa. Assalto agli uffici
NAPOLI — Manifestazioni violente, aggressioni, minacce, azioni simboliche ma molto esplicite: Equitalia ora è un obiettivo. A Napoli, Roma, Milano, Viterbo. L’escalation contro la società per la riscossione dei tributi è concreta. Non più soltanto i drammatici lamenti lasciati da chi ha scelto il suicidio sentendosi schiacciato da debiti e cartelle esattoriali. C’è pure chi passa all’attacco animato da un confuso senso di auto-giustizia. Ma a prevalere è la violenza. E il timore che altra se ne aggiunga.
Inquietante il numero e la gravità degli episodi in un solo giorno e da un capo all’altro del Paese. A Napoli le scene più dure, con duecento persone — centri sociali, liste di disoccupati, studenti — che a inizio mattinata si danno appuntamento davanti alla sede centrale di Equitalia, in corso Meridionale, a due passi dalla Stazione Centrale di piazza Garibaldi. Trovano la polizia in assetto antisommossa, un cordone di uomini con i caschi, gli scudi e i manganelli a protezione degli uffici. Non c’è aria di mediazione, lo si capisce dal livello di tensione che è immediatamente altissimo. E cresce ancora quando dal gruppo di manifestanti qualcuno lancia, oltre lo schieramento degli agenti, uova e buste piene di vernice che vanno a colpire i muri esterni degli uffici. Manifestanti e poliziotti si fronteggiano. Piccole scaramucce, vola qualche sasso. Poi accenni di cariche con i manganelli che roteano, ma sembra solo un modo per mostrare i muscoli e scoraggiare azioni più violente. Invece la situazione precipita. Perché qualcuno tra i manifestanti trascina un paio di cassonetti della spazzatura e prova a utilizzarli come ariete per aprirsi un varco. E a quel punto la carica è vera e inevitabile. Fine della manifestazione. Una dozzina di agenti va a farsi medicare in ospedale. Ne avrebbe bisogno anche qualche manifestante ma evita per timore di essere identificato. A fine giornata però la Digos di sette di loro ha comunque nome e cognome. E li denuncerà .
Restano molte polemiche ma anche l’impegno dei manifestanti a tornare in corso Meridionale venerdì prossimo. Perché «contro Equitalia è importante riconquistare la forza della protesta anziché cedere alla disperazione dei suicidi, e perciò la politica dovrebbe ringraziare quelli che sono andati a manifestare», spiega il consigliere comunale Pietro Rinaldi, che nella lista «Napoli è tua» — di sostegno al sindaco de Magistris — rappresenta i centri sociali. Anche se ieri era assente, approva l’azione, e sollecita «una alternativa al sistema di riscossione dei tributi, che introduca elementi di giustizia sociale».
Di tutt’altra natura, invece, quello che è accaduto a Roma, dove negli uffici di Equitalia è stato recapitato un pacco contenente polvere pirica e silicone. Non poteva esplodere, hanno stabilito gli artificieri che lo stanno esaminando, ma è chiaro che chi lo ha preparato e inviato ha voluto limitarsi al gesto dimostrativo. Cosa che non ha fatto l’imprenditore che nel Milanese, a Melegnano, ha aggredito, ferendoli a pugni e calci, due ispettori che erano andati a fargli un controllo fiscale. E chissà se faceva sul serio anche l’altro imprenditore che a Viterbo ha avvertito un conoscente della sua intenzione di recarsi armato negli uffici di Equitalia «così uccido tutti e poi mi ammazzo, perché tanto sono rovinato». Intanto è stato denunciato per procurato allarme perché il suo interlocutore, a scanso di equivoci, ha avvertito immediatamente la polizia.
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