Frenano i consumi, cala il gettito dell’Iva

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ROMA — Aumentano dell’1,4% le entrate tributarie nel primo quadrimestre dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2011, toccando quota 119 miliardi. L’annuncio arriva mentre la Corte dei Conti, come già  prima Banca d’Italia, lancia l’allarme sull’aumento della pressione fiscale che provoca «impulsi recessivi» sull’economia reale, allontanando gli obiettivi di gettito e provocando un «rischio di avvitamento».
Tornando alle entrate, ai fini di un confronto omogeneo bisogna ricordare che nell’aprile 2011 si registrava l’una tantum relativa all’imposta sostitutiva sul leasing immobiliare (+1.259 milioni di euro). Al netto di questa posta, le entrate del bilancio dello Stato ad aprile registrano dunque una crescita tendenziale del 2,5%.
Rispetto alle previsioni del Def (Documento economico e finanziario) relative al periodo, mancano circa 3,5 miliardi, pari al 2,9%. Ma il divario risulta inferiore allo scorso trimestre quando era di 3,9 miliardi, con uno scarto percentuale del 4,5%. A questo proposito il ministero dell’Economia ha voluto precisare con una nota che le previsioni in questione «sono ottenute attribuendo a quelle annue il profilo stagionale registrato l’anno precedente» e che dunque «non si tratta di una metodologia particolarmente sofisticata» di cui si possa tenere conto per prevedere «lo scostamento effettivo tra previsioni e consuntivo a fine anno». Bisognerà  attendere, si precisa, gli effetti delle manovre disposte nel corso del 2011, a partire dagli incassi dell’Imu e dell’autotassazione delle imposte dirette, per avere indicazioni più concrete. Ma se le imposte contabilizzate al bilancio dello Stato registrano una variazione positiva (1,3%), come i ruoli incassati (+3,5%) e l’andamento delle imposte degli enti locali (+6,5% a 438 milioni), si deve anche notare un ulteriore calo del gettito Iva (-1%) pari a 297 milioni, rispetto ai 25 del primo trimestre (-0,1%), che riflette l’indebolimento della domanda interna. Rilevante la crescita dell’imposta di bollo, pari a circa 2 miliardi e dell’imposta sulla fabbricazione degli oli minerali (1,3 miliardi), trainate rispettivamente dalle modifiche normative dei decreti varati dalla scorsa estate e dall’aumento delle accise. Le imposte dirette aumentano dello 0,5%, con un leggero calo dell’Ire. Quanto al Lotto, il calo è del 9,7%
Intanto il premier Mario Monti, in un’intervista a Famiglia Cristiana annuncia un inasprimento della lotta all’evasione: «Siamo stati criticati per essere stati troppo duri, saremo ancora più duri in futuro». Ma non c’è spazio comunque per alleggerire le tasse. O per aprire i cordoni della borsa, come chiedono molti ministri. E della «piaga pesante» dell’evasione fiscale ha parlato anche la Corte dei Conti ieri nel Rapporto sul coordinamento della Finanza pubblica: tra 2007 e 2009 si è registrato un tasso di evasione al 29,3% nel caso dell’Iva e al 19,4% per l’Irap, con un vuoto di gettito complessivo di 138 miliardi. 
Dito puntato anche contro la corruzione nella sanità  anche se percorsi di rientro «sono stati positivamente sperimentati in questi anni, seppur non senza contraddizioni e criticità ». Il dato positivo è il calo della spesa nel 2011: «Le uscite complessive hanno raggiunto i 112 miliardi, inferiori di oltre 2,9 miliardi al dato previsto per l’anno». La spesa sanitaria riduce così la sua incidenza in termini di Pil, che passa dal 7,3% del 2010 al 7,1% del 2011. «Un risultato — si legge nel Rapporto — frutto, soprattutto della riduzione dei costi registrata in alcune Regioni in piano di rientro». 
Per una crescita più elevata è necessario ridurre il debito, dismettendo quote importanti del patrimonio pubblico, è l’analisi della magistratura contabile, ma evitando il «rischio di svendite». Come anche sarebbe auspicabile che si portassero a termine i programmi finanziati con i fondi europei. Un’analisi condotta dalla Corte dei Conti fa emergere come proprio le Regioni che più avrebbero bisogno di aiuto, non concludono i percorsi necessari. I problemi sono le «modifiche consistenti della programmazione iniziale, a cui si aggiunge una diffusa difficoltà  di portare avanti la strategia programmatoria originaria, resa evidente dalla percentuale di iniziative non concluse e/o non operative e di progetti sospesi per procedimenti giudiziari». 
Per quanto riguarda le infrastrutture, il presidente della Corte, Luigi Giampaolino, segnala «la grande difficoltà  nazionale di razionalizzare la durata delle opere pubbliche, che spesso non riescono a concludersi nel ciclo decennale di programmazione europea» dando luogo al fenomeno delle «cattedrali nel deserto».


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