La corsa dei Bot, ora sfiorano il 4%

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ROMA — La domanda di titoli, all’asta di Bot annuali è stata buona, superiore alla media — 11,6 miliardi rispetto ai 6,5 miliardi offerti — e non ci sono state sorprese o difficoltà  nel collocamento, ma i rendimenti sono schizzati all’insù salendo ai massimi di dicembre. Il tasso lordo ha sfiorato il 4%, toccando il 3,972%, dal 2,34% dell’asta precedente. È il prezzo delle nuove tensioni sui debiti sovrani, che sulla scia della Spagna indebolita dalle difficoltà  del suo sistema bancario (e che in serata si è vista tagliare il rating da Moody’s, da «A3» a «Baa3», mantenendolo sotto osservazione per ulteriori downgrade) hanno coinvolto anche l’Italia, tornata nel mirino della speculazione. Ad agitare tutto ci sono sullo sfondo i timori per l’esito delle elezioni greche di fine settimana ed anche le attese per il vertice europeo di fine mese che dovrebbe mettere le basi per un rafforzamento della governance politica tra i paesi della moneta unica e dovrebbe sollecitare, accanto alle misure di rigore nei bilanci, anche quelle per favorire la crescita. Fatto sta che i mercati restano in forte tensione, anche se ieri non ci sono stati scossoni, con le Borse in lieve calo — Milano ha perso lo 0,65%, Parigi lo 0,55%, Francoforte lo 0,14% mentre Londra è salita dello 0,18% — condizionate anche dall’avvio negativo di Wall Street e gli spread dei Bonos e dei Btp che si restringono ma soprattutto perché crescono i rendimenti dei Bund. Ieri i titoli decennali tedeschi offerti in asta hanno registrato un rialzo all’1,52% dall’1,47% di maggio. Il differenziale di rendimento per i Btp a 10 anni si è attestato a 470 punti base, quello dei Bonos a 520 punti. Insomma ci sono tensioni ma anche tanta incertezza e confusione mentre tornano a farsi risentire, provenienti in particolare dalla politica, le richieste di intervento della Bce. Il premier spagnolo Mariano Rajoy, per esempio ha fatto sapere di aver mandato nei giorni scorsi una lettera al presidente della Commissione e del Consiglio europei Josè Manuel Barroso e Herman van Rompuy per sollecitare l’acquisto sul mercato — e il sostegno — dei titoli pubblici dei paesi in difficoltà  da parte di Eurotower. Mentre la Francia, secondo il Financial Times, si appresterebbe a proporre un rafforzamento dei poteri della Bce nella vigilanza e nel governo delle banche europee.


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