Marcia indietro a Borgomanero: gli stranieri non saranno esclusi dalla scuola materna

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MILANO – Marcia indietro a Borgomanero: i bambini stranieri non saranno più esclusi. Il Consiglio di circolo, giovedì 14 giugno, ha annullato il criterio della cittadinanza italiana tra quelli per accedere alle scuole materne del centro del paese. Dopo le proteste dei genitori, il ricorso di uno di loro al Tribunale di Novara per discriminazione contro la direzione didattica e la presa di distanza dell’Ufficio scolastico provinciale, il Consiglio di circolo ha deciso di adottare nuovi criteri, come la vicinanza o meno alle scuole.

Le insegnanti della direzione didattica di Borgomanero hanno diffuso oggi una lettera aperta per respingere l’accusa da più parti rivolta alla scuola di voler discriminare i bambini stranieri. “Le risorse utilizzate nella polemica dovrebbero essere invece convogliate a condividere i reali problemi, da tempo e più volte segnalati da parte nostra: l’inadeguatezza degli spazi scolastici e la necessità  di un’equa distribuzione di tutti gli alunni nelle diverse scuole. Cittadini italiani o no, ci saranno bambini che rischiano di non avere un’aula accogliente ad aspettarli a settembre”.

Nelle scuole materne di Borgomanero gli alunni sono sempre stati accolti. “Basterebbe visitare le nostre scuole, sia di infanzia che primarie – scrivono le insegnanti-, per verificare l’ elevato numero delle loro presenze, che abbiamo sempre considerato una ricchezza”. Il problema è sorto quando per le scuole materne del centro del paese (via Roma, via delle Scuole e Pascoli) si è scritto un numero di bambini maggiore dei posti disponibili. “Ci si è così trovati nell’impossibilità  di dare soddisfazione a tutti questi richiedenti -precisano le maestre-, sia per l’inadeguata capienza degli spazi, sia per la necessità  di garantire un’equa distribuzione dei bambini tra le scuole dell’infanzia borgomaneresi, per favorire i processi di integrazione che possono avvenire soltanto con la presenza di gruppi eterogenei e non omogenei”. Il criterio della cittadinanza italiana serviva quindi a distribuire i bambini stranieri soprattutto nelle altre scuole materne, quelle nelle frazioni. “Per tale motivo, porre in primis il criterio della cittadinanza, da parte del Consiglio di Circolo (formato da genitori, insegnanti e personale non docente), pareva una risposta che permettesse una distribuzione dei non cittadini italiani anche in scuole, che pur essendo ben gestite ed accoglienti, hanno una dislocazione periferica”.

Per le maestre le polemiche di questi giorni sono state fuorvianti. “È importante ed indispensabile che si tratti di queste problematiche, ma è strano che se ne discuta ampiamente soltanto perché a sollevarle siano stati cittadini stranieri”. Rimane il problema della carenza di posti. “Ben venga, allora, l’intervento della Pubblica Amministrazione a sostenere la richiesta già  avanzata più volte dalla nostra Direzione Didattica, di una nuova sezione di Scuola dell’Infanzia nel centro cittadino. Certamente l’ubicazione di questa sezione, probabilmente isolata dalle altre, dovrebbe essere ben vagliata e considerata solo temporanea, in attesa di dare una risposta definitiva al problema. Altra possibilità  potrebbe essere l’attuazione di un servizio di scuolabus che colleghi il centro con le scuole delle frazioni.

Siamo amareggiati dai giudizi espressi che non hanno condotto a soluzioni, ma hanno diviso l’opinione pubblica. Tali giudizi risultano inoltre offensivi nei confronti di docenti che sono quotidianamente impegnati a favorire la vera integrazione. Tutte le intimidazioni e le minacce di ricorrere a tribunali da più parti avanzate avrebbero potute essere evitate  con il confronto tra le parti. Nel contempo, riteniamo di dover sottolineare la nostra serietà  e la necessità  di un rispetto verso il nostro operato e ci auguriamo che si chiuda qualunque ulteriore arida polemica che rafforzerebbe soltanto il clima di divisione, considerato che abbiamo sempre manifestato con i fatti che la multiculturalità  è un’occasione di crescita”. (dp) 

 

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