Nomine, ci provano i cacciatori di teste

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ROMA – Partiti politici e governo tecnico sempre più lontani sulle nomine. Dall’Agcom, alla nascente Autorità  dei Trasporti, fino ai vertici delle società  del settore elettrico (Gse, Gme e Acquirente unico), criteri di scelta e candidati designati sono al momento incompatibili. Il premier Mario Monti e i ministri Passera e Grilli spingono non solo per imporre personalità  specializzate e non “colorate” politicamente, ma persino per un metodo da azienda privata, come dimostra il coinvolgimento della società  di cacciatori di teste “Egon Zehnder” nella scelta dei prossimi amministratori delle società  elettriche di nomina governativa. Una selezione “per titoli” che potrebbe essere esteso all’Autorità  di Trasporti (a svolgere l’istruttoria, a titolo gratuito, sarebbe ancora la società  che tra i suoi partner vede il neovicepresidente di Confindustria, Aurelio Regina). 
Più difficile riuscire a farlo per il collegio dell’Autorità  delle Comunicazioni, strategico per gli interessi di Mediaset e degli altri operatori tv e tlc. Infatti ieri, in reazione alla decisione di Monti di proporre come presidente il tecnico Angelo Cardani, Alfano ha detto agli eletti Pdl di Camera, Senato e Parlamento europeo di puntare a due commissari. I candidati azzurri sono l’attuale commissario Antonio Martusciello (ex manager Fininvest) e il tecnico d’area Antonio Preto, ex capo di gabinetto prima ai Trasporti e poi all’Industria alla Commissione europea (con Antonio Tajani) e ora di nuovo all’Europarlamento, dove è già  stato consigliere dell’ex presidente Poettering (Cdu). 
Il Pd risponde con due candidati in modo da non regalare la maggioranza ai berlusconiani: il 6 giugno i voti dei parlamentari democratici dovrebbero convergere su due professori, Maurizio Decina del Politecnico di Milano e Antonio Sassano dell’Università  La Sapienza di Roma. Fuori rimarrebbe l’Udc, “ripagata” secondo le indiscrezioni con il presidente e un secondo componente dell’Autorità  alla Privacy, anch’essa in via di rinnovo. 
Oltre alla delicatezza del ruolo, i partiti possono contare d’imporsi nella partita dell’Agcom grazie al fatto che la nomina dei quattro commissari è di competenza parlamentare (mentre per il presidente dell’Agcom l’indicazione del premier deve trovare il gradimento non vincolante delle commissioni parlamentari competenti).
Al contrario il governo ha mano libera sul settore elettrico e la relazione dei cacciatori di teste (che Repubblica ha ottenuto) mostra una griglia di manager, e da questa rosa di nomi arriverà  la probabile sostituzione di tutti e tre gli amministratori delegati scelti dall’ex ministro Claudio Scajola: Nando Pasquali (Gse), Massimo Guarini (Gme) e Paolo Vigevano (Acquirente unico). I nomi più importanti sono quelli per il Gse, anche per il fatto che la società  gestisce l’enorme massa (circa 9 miliardi) di incentivi per le rinnovabili. Gianni Vittorio Armani, ad di Terna Rete Italia; Massimo Capuano, ex ad Borsa Italiana; Andrea Mangoni, ex ad Acea ora in Telecom; Stefano Donnarumma, presidente Acea Distribuzione e l’unica donna Elisabetta Oliveri, ora nel cda di Snam, si contendono il posto di Nando Pasquali. Che – dopo le critiche del centrosinistra per la gestione degli aiuti alle rinnovabili – negli ultimi giorni ha subìto un’interrogazione anche dall’esponente Pdl Roberto Rosso sulla scarsità  dei controlli sui certificati verdi. Per il Gme invece forti le candidature della Oliveri e di Marco Dolcino, direttore Edison Gas.


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