Asse anti-crisi tra Parigi e Roma Monti: danni dalla frenata dei “nordici”

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BRUXELLES â€” L’Italia e la Francia premono perché si faccia presto a varare il meccanismo antispread e la supervisione unica delle banche europee. Due strumenti concordati all’ultimo vertice europeo di Bruxelles, a fine giugno, ma che suscitano perplessità  in alcune capitali del Nord-Europa, da Helsinki all’Aja passando per Berlino.
Alla vigilia della riunione dell’Eurogruppo che si terrà  questa sera a Bruxelles, Mario Monti ha incontrato ieri ad Aix-en-Provence il ministro francese delle Finanze Pierre Moscovici. «Dobbiamo cominciare già  da domani – ha dichiarato Moscovici – è molto importante che diamo rapidamente segni tangibili che quanto è stato detto al Consiglio europeo sarà  davvero messo in pratica». Anche Monti ha sostenuto la necessità  che le decisioni del vertice «siano tradotte rapidamente in termini operativi dall’Eurogruppo ». Monti ha anche criticato duramente «le dichiarazioni inappropriate di questa o quella autorità  politica di certi Paesi nordici che avevano l’obiettivo, o comunque hanno avuto l’effetto, di sminuire la credibilità  di quello che il Consiglio europeo ha deciso all’unanimità ». Il riferimento del capo del governo italiano è alle dichiarazioni dei premier finlandese e olandese che minacciavano di mettere il veto sull’utilizzo del fondo salva-Stati per calmierare il mercato dei titoli di stato dei Paesi sotto attacco.
Le sortite dei «falchi» dell’euro, secondo Monti, hanno avuto come effetto di far risalire gli spread sui bond italiani e spagnoli, che sono influenzati in senso negativo anche dai timori dei mercati per quello che potrebbe accadere in Italia dopo le prossime elezioni politiche. Il differenziale dei tassi di interesse, ha detto il presidente del Consiglio, è influenzato «da fattori di non ancora piena credibilità  dei meccanismi e delle politiche a supporto dell’Eurozona. E forse, nel caso dell’Italia, c’è anche un po’ di incertezza su quello che succederà  nella politica dopo le elezioni del 2013. Spero che l’Italia riesca a dimostrare presto con le riforme istituzionali che il ritorno a un normale processo elettorale sarà  pienamente compatibile con la continuità  delle politiche che l’Europa sta apprezzando».
La preoccupazione di Monti è centrata sul mese di agosto «quando le attività  umane sembrano concentrarsi sui mercati finanziari » ha spiegato ieri con riferimento alle tempeste che negli ultimi due anni si sono scatenate proprio ad agosto. «Ma spero che,
dopo le decisioni del vertice, i mercati della zona euro saranno meglio protetti di prima». Monti ha anche rivendicato con orgoglio il fatto che l’Italia «non abbia preso a prestito un solo euro» dai partner comunitari e ha detto di non vedere la necessità  per il Paese di ricorrere al meccanismo anti- spread o ad un rafforzamento dei firewall a protezione dei debiti sovrani.
Tuttavia il pressing di Francia e Italia per accelerare il varo del meccanismo anti-spread, così da prevenire possibili tempeste agostane sui mercati, si scontra con le perplessità  già  espresse da Finlandia e Olanda, e con una certa flemma da parte della Germania. Ieri, intanto, il governo greco ha incassato la fiducia del parlamento mentre la Merkel, incontrando Hollande, è tornata a sottolineare la necessità  di far avanzare «l’unione politica» prima di arrivare ad una condivisione del debito, aggiungendo che «sarà  un lavoro
erculeo». E il ministro delle finanze tedesco ha commentato che l’ipotesi di dare alla Bce poteri di sorveglianza sul sistema bancario europeo entro l’anno «non sembra realistica». Tutto questo lascia pensare che oggi, alla riunione dei ministri delle Finanze dell’Eurogruppo, ci sarà  battaglia. Di certo sembra impossibile che si arrivi già  ad una decisione operativa. E ieri Moscovici ha confermato quanto già  aveva anticipato Monti circa la necessità  di un successivo vertice dei ministri della zona euro per il 20 luglio. Oggi l’Eurogruppo dovrà  anche decidere chi nominare alla propria testa, visto che l’attuale presidente Juncker scadrà  il 16 luglio. La soluzione più probabile è una riconferma dello stesso Juncker fino alla fine dell’anno, mentre Francia e Germania stanno negoziando per dividersi il prossimo mandato quinquennale tra Moscovici e Schauble.


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