Cgia: “I precari in Italia vivono con 836 euro al mese”

Loading

La piu’ alta concentrazione di lavoratori precari italiani e’ nel Pubblico impiego. Infatti, nella scuola e nella sanita’ ne troviamo 514.814, nei servizi pubblici e in quelli sociali 477.299. Se includiamo anche i 119.000 circa che sono occupati direttamente nella Pubblica amministrazione (Stato, Regioni, Enti locali, etc.), il 34% del totale dei precari italiani e’ alle dipendenze del Pubblico (praticamente uno su tre). Gli altri settori che registrano una forte presenza di questi lavoratori atipici sono il commercio (436.842), i servizi alle imprese (414.672) e gli alberghi ed i ristoranti (337.379).

E’ il Sud l’area geografica che ne conta il numero maggiore. Se oltre 1.108.000 precari lavorano nel Mezzogiorno (pari al 35,18% del totale), le realta’ piu’ coinvolte, prendendo come riferimento l’incidenza percentuale di questi lavoratori sul totale degli occupati a livello regionale, sono la Calabria (21,2%), la Sardegna (20,4%), la Sicilia (19,9%) e la Puglia (19,8%).

“Su un totale di oltre 3.315.000 lavoratori senza un contratto di lavoro stabile- esordisce Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia di Mestre- quasi 1.289.000, pari al 38,9% del totale, non ha proseguito gli studi dopo aver terminato la scuola dell’obbligo. Questi dati smentiscono un luogo comune che identifica il precario in un giovane con un elevato livello di studio. Per questo e’ necessario pensare anche a questi lavoratori con un basso livello professionale che con la crisi rischiano di essere spazzati via dal mercato del lavoro”.

Dalla Cgia ricordano che l’esercito dei lavoratori atipici e’ costituito da: i dipendenti a temine involontari; i dipendenti part time involontari; i collaboratori che presentano contemporaneamente 3 vincoli di subordinazione: monocommittenza, utilizzo dei mezzi dell’azienda e imposizione dell’orario di lavoro; i liberi professionisti e lavoratori in proprio (le cosiddette Partite Iva) che presentano in contemporanea i 3 vincoli di subordinazione descritti nel punto precedente.

(DIRE)

 

© Copyright Redattore Sociale


Related Articles

Nord e Sud divisi dal carovita

Loading

Nord e Sud divisi dal carovita

Come si calcola la ricchezza di una famiglia? E, soprattutto, come è formata la ricchezza reale di un Paese? Chi è povero? Chi è ricco? Dove e perché? Il problema metodologico, che taglia in maniera trasversale la ricerca sociale, economica e storica, è il cuore dell’analisi di lungo periodo raccolta nel volume In ricchezza e in povertà .

Il Viminale ammette: il 73% ha diritto all’asilo

Loading

Profughi/IL CIR: IN 33 MILA DALLE ZONE DI GUERRA
A proposito di navi militari spedite al largo di Lampedusa per rendere più sicuro e blindato il «mare nostrum», è sempre più evidente che le persone salvate sui barconi non dovranno essere rispedite nei paesi di provenienza. Non è un accorato appello di qualche associazione umanitaria, è l’evidenza di un dato fornito dal ministero dell’Interno: il 73% dei migranti sbarcati quest’anno sulle coste italiane proviene da paesi flagellati dalla guerra e da regimi totalitari. Quasi tutti necessitano di protezione internazionale.

14° Rapporto diritti globali: nella Fortezza Europa crescono poveri, muri e populismi

Loading

Dal Jobs Act alla Loi Travail, dal Ttip al Ceta e alle politiche securitarie e xenofobe: l’inchiesta collettiva più aggiornata sulla crisi della globalizzazione e la ferocia del neoliberismo

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment