Spending review, oggi la fiducia Niente stop ai farmaci «griffati»

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ROMA — Il governo chiede la fiducia anche sul decreto spending review ma il voto slitta a questa mattina. Il braccio di ferro sui farmaci generici (finito con una mediazione che lascia al medico la facoltà  di decidere) e una lunga discussione in Senato sul riordino della spesa pubblica — ridicolizzata da alcuni parlamentari Pdl e Lega che l’hanno paragonata alla «supercazzola» di monicelliana memoria — hanno allungato i tempi e alla fine il ministro per i Rapporti col Parlamento Piero Giarda ha dato l’annuncio della fiducia per oggi. Il maxiemendamento presentato ieri sera recepisce anche i contenuti del decreto legge sulle dismissioni. Dopo il voto, il provvedimento andrà  alla Camera per essere convertito in legge giovedì o venerdì.
Il maxiemendamento cambia anche il regime delle tasse universitarie, con una stangata sui fuoricorso. Ma modifica anche la situazione per quelli in corso, con un tetto all’aumento delle tasse (non più dell’inflazione) solo per gli studenti con redditi familiari (Isee) fino a 40 mila euro e aprendo la porta a incrementi negli altri casi.
La mediazione raggiunta sui farmaci prevede che per il medico di famiglia rimanga l’obbligo di indicare sulla ricetta il principio attivo. Il medico ha però la facoltà  di indicare sulla ricetta il nome del farmaco giustificando la scelta con una sintetica motivazione scritta. L’indicazione del medico — si precisa nel testo del maxiemendamento — è vincolante per il farmacista.
La prima fase operativa della spending review assicura così allo Stato risparmi superiori a 4 miliardi nel 2012 e a 10 miliardi nel 2013. Queste risorse, rafforzate dalla cessione di alcuni asset per 10 miliardi di euro, consentiranno al governo Monti di rinviare al secondo semestre del prossimo anno, quindi post elezioni, l’aumento delle aliquote Iva altrimenti previsto per il mese di ottobre. Inoltre assicura il pensionamento anticipato ad altri 55 mila esodati, finanzia spese cosiddette «indifferibili» per oltre 2 miliardi nel prossimo anno e destina 1 miliardo sia nel 2013 sia nel 2014 alle zone terremotate di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.
Oltre alla conferma della specifica nelle ricette mediche del principio attivo, tra le modifiche di rilievo introdotte dal Senato, ricordiamo la facoltà  delle Regioni di raddoppiare già  dal 2013 all’1,1% dall’attuale 0,5% l’addizionale Irpef e la possibilità  di arrivare anche a un raddoppio delle tasse universitarie per gli studenti i fuoricorso. Il capitolo dismissioni prevede la cessione alla Cassa depositi e prestiti (Cdp) delle società  a controllo pubblico come Sace, Fintecna e Simest. Poiché Cdp è fuori dal perimetro della pubblica amministrazione, l’operazione porterà  entro il 2012 a ridurre il debito pubblico di circa 10 miliardi. Tra le novità  dell’ultimo minuto anche una intesa quadriennale tra Consip e il ministero della Difesa per la gestione degli acquisti e la cessione dei beni dismessi dall’amministrazione pubblica. 
Mentre il sindacato segue con occhio vigile e preoccupato l’evolversi della stretta sulla spesa buona fetta della quale derivante da forti sacrifici da parte del pubblico impiego, Confindustria suggerisce di spingere ancora di più sulla digitalizzazione dei servizi offerti dalla pubblica amministrazione. Stefano Parisi, direttore generale di Confindustria Digitale, spiega che con l’erogazione dei servizi al cittadino e alle imprese via web si possono ridurre gli sprechi e le inefficienze in modo strutturale per un valore di almeno due punti di Pil, pari ad oltre 30 miliardi di euro in quattro anni». Dunque 7,5 miliardi di euro all’anno che andrebbero ad allontanare ancora di più l’aumento delle aliquote Iva.


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