“Sbagliato non invitarci per nascondere dissensi”

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ROMA — La Fiom non è un partito, Maurizio Landini non si candiderà  alle elezioni. «La Fiom – dice il segretario dei metalmeccanici della Cgil – è sempre stato un sindacato che vive nella società . Se siamo in piedi da più di cent’anni lo dobbiamo a questa caratteristica. Ma ognuno fa il suo mestiere». Landini, come commenta la decisione del Pd di non invitarvi alla festa nazionale che si tiene nella sua Reggio Emilia? «Osservo che alle feste della Fiom, in corso in tutta Italia, i partiti della sinistra sono sempre stati invitati, a partire dal Pd». La infastidisce il mancato invito? «Mi infastidisce che i partiti della sinistra si occupino poco dei problemi del lavoro, questo è il nodo centrale». Può consolarsi: a Reggio Emilia non è stata invitata nemmeno la Fornero… «Noi abbiamo molti punti di dissenso con il ministro Fornero ma abbiamo appoggiato la richiesta dei delegati dell’Alenia di un confronto in fabbrica e il ministro ha partecipato a quell’assemblea. I lavoratori non hanno paura del confronto. Non è una buona regola quella di evitare gli inviti per nascondere le differenze ». Vendola, Di Pietro, Grillo e Bersani: chi è più vicino alle vostre posizioni? «Noi non esprimiamo preferenze, chiediamo alla politica un impegno chiaro per riportare la democrazia nelle fabbriche, contrastare la precarietà , lavorare per lo sviluppo industriale del paese, evitare che siano i lavoratori dipendenti a pagare l’evasione fiscale e la corruzione». Non ci sono questi impegni nei programmi dei partiti della sinistra? «Modificare l’articolo 18 e allungare l’età  pensionabile creando il problema degli esodati non mi sembrano scelte che vanno in questa direzione». Ha ragione Bersani quando accusa Grillo di usare un linguaggio fascista? «A me l’antipolitica non è mai piaciuta. Ho un’altra formazione. Ma non basta una battuta sul linguaggio a risolvere il problema. Il problema non è Grillo ma il vuoto che Grillo riempie. Non è lui, sono i tantissimi che lo considerano una soluzione». Tra gli operai ha un vasto seguito? «Oggi se vuoi strappare l’applauso in fabbrica basta attaccare i politici e viene giù la platea. Facile no? Ma è una situazione molto preoccupante, sintomo dei ritardi dei partiti di sinistra. Non invitare i metalmeccanici alle feste significa mettere in secondo piano vicende come quelle dell’Ilva, dell’Alcoa, della Fiat. Dire che si vede la fine del tunnel della crisi quando i minatori scendono nei pozzi per difendere il lavoro, significa raccontare al paese una storia che non ha raffronti con la realtà . Questa distanza crea un vuoto che altri finiscono per riempire». Si potrebbe riempirlo con una lista della Fiom alle elezioni? «Siamo un sindacato, non un partito. Non ci sarà  alcuna lista della Fiom». Esponenti della segreteria nazionale nelle liste di partito? «Personalmente conto di continuare a fare il segretario. Non mi candiderò in politica».


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