“Muoriamo di tasse, riducetele e noi rinunciamo agli incentivi”

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TORINO — «Moriamo di fisco, siamo pronti a rinunciare a tutti gli incentivi in cambio di una sensibile riduzione della pressione fiscale a carico di imprese e famiglie», scandisce Giorgio Squinzi dal palco del Lingotto, dove la Lega ha concluso ieri la due giorni di “ascolto” degli imprenditori del Nord. Il presidente di Confindustria ricorda a tutti che «l’incidenza della pressione fiscale sulle imprese è del 57% mentre in Germania è venti punti sotto».
Squinzi cita il rapporto Giavazzi, l’economista incaricato dal governo di studiare un piano per ridurre gli incentivi alle imprese: «Su 30 miliardi, a quelle private ne arrivano solo tre; sono io il primo a dire di toglierli». Nel mirino del numero uno di Viale dell’Astronomia c’è l’Irap, «imposta maledetta che colpisce chi mette più cervello
nel suo lavoro».
Nel suo studio, Francesco Giavazzi aveva ipotizzato un taglio di dieci miliardi a questi incentivi, soldi che sarebbero serviti per alleggerire l’Irap. Ma la strada dello “scambio” non era stata ritenuta praticabile dal governo. Anche se ieri, dopo l’uscita di Squinzi, ci ha pensato il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera (ospite d’onore per nulla scontato all’appuntamento di Torino) ad aprire uno spiraglio: «Quello di Squinzi è un discorso molto intelligente, noi abbiamo già  cominciato questo lavoro con Confindustria: abbiamo esaminato uno per uno gli incentivi e cercato di vedere se c’è un modo migliore per rendere il sistema più competitivo».
Bobo Maroni sprizza gioia da tutti i pori: «Mi fa molto piacere che Squinzi abbia detto qui di condividere la nostra proposta». Proposta che entra in questa versione nel “manifesto” in dodici punti presentato dal segretario della Lega a conclusione dei work shop con gli imprenditori riuniti al Lingotto: «No all’accanimento terapeutico sulle imprese decotte — si legge al punto 3 — , bisogna eliminare i sussidi alle aziende senza futuro per incentivare l’innovazione, le esportazioni e la ricerca».
Commenti positivi, ma con una riserva, arrivano dal Pd. Per Francesco Boccia, coordinatore delle commissioni economiche alla Camera «quella di Squinzi è una ricetta da sempre indicata dal Partito democratico, meno tasse sul lavoro e abbassamento dell’Irap in cambio della cancellazione degli incentivi». Ma Boccia esprime un dubbio: «Davvero Confindustria è pronta? Fino ad oggi molte imprese, soprattutto nel settore dell’energia, dell’autotrasporto e dell’agri-industria, hanno fatto resistenza, mentre il governo ha scelto finora una strada diversa, tentando un riordino con il decreto sviluppo; siamo alla vigilia del secondo decreto sviluppo e questa è un’occasione da non perdere». Applausi a Squinzi dal Pdl, che con il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi definisce «coraggiosa e da prendere sul serio la proposta del presidente di Confindustria; il governo dovrebbe andare rapidamente in questa direzione anche con un decreto, perché questa è l’unica strada per dare una sterzata forte alla crescita».


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