“Vini pregiati e iPhone per truccare i bandi di gara” nuova bufera sul Pirellone

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MILANO — Bandi di gara in cambio di iPhone, ma anche di vini Sassicaia ed eccellenti salumi. Un’atmosfera da alta gastronomia avrebbe fatto da sfondo, secondo la procura, agli incontri in cui si prendevano, in Regione Lombardia, decisioni importanti sui finanziamenti da assegnare per la tecnologia applicata al campo medico. Lo scenario emerge dall’inchiesta sulla telemedicina e sulle altre sperimentazioni negli ospedali lombardi che vede tra i principali indagati, per una fattispecie particolare della turbativa d’asta, Carlo Lucchina, direttore generale della Sanità  nonché uomo di fiducia di Roberto Formigoni, insieme al quale è indagato per corruzione nell’indagine sul caso Maugeri.
SPONSOR E LIQUORI
Il meccanismo è simile a quello descritto nei verbali degli arrestati per la clinica pavese: gli atti della Regione erano concepiti nelle strutture private e poi fatti
propri dall’ente. In questo caso i manager, secondo l’invito a comparire inviato dal pm Carlo Nocerino e dal procuratore aggiunto Francesco Greco, riuscivano a pilotare i bandi, «consegnando a Lucchina doni di vario genere e natura (tra cui un telefonino smartphone, generi alimentari e liquori pregiati)». In questo modo, i vertici italiani della multinazionale General Electric e altre società  come Telecom Italia e Beta 80 Group (area Compagnia delle Opere), avevano formato, con Lucchina e altri dirigenti pubblici della sanità  lombarda, un’associazione per delinquere «allo scopo di turbare le gare pubbliche finanziate dalla Regione Lombardia mediante accordi, promesse di future utilità  economiche, dazioni di doni di vario genere, sponsorizzazioni di convegni medici e collusioni di vario genere con funzionari e dirigenti di diversi presidi ospedalieri, tra cui gli ospedali di Milano-Niguarda, Saronno, Busto Arsizio e Lecco».
GLI APPALTI PILOTATI
Uno dei progetti riguardava l’ecoscopio, l’ecografo portatile, noto anche come V Scan, che consente ai medici di fare diagnosi anche fuori dall’ospedale. La sperimentazione parte all’ospedale di Lecco e al Niguarda nel 2011. E per la procura Lucchina e gli altri direttori generali dell’epoca (tra i quali Ambrogio Bertoglio, di Lecco, e Pasquale Cannatelli, del Niguarda, entrambi ciellini), avrebbero «turbato il procedimento amministrativo diretto a stabilire il contenuto e i requisiti tecnici del bando esplorativo», approvato dalla giunta regionale il 23 dicembre 2010 per un importo di 1,1milioni di euro. Tutto per «condizionare la scelta del contraente da parte della pubblica amministrazione». Sei manager legati alla General Electric, scrivono i pm, «concordavano» con Lucchina e gli altri dirigenti la «redazione del bando esplorativo, allineando le specifiche tecniche del prodotto V Scan a quelle indicate nel predetto bando». La descrizione tecnica del prodotto richiesto dalla Regione era così precisa che altre aziende produttrici dello stesso apparecchio interessate a partecipare al bando sarebbero state automaticamente escluse. In questo sistema Lucchina aveva un ruolo di primo piano, «agevolando l’approvazione del bando e comunicando ai manager dati sensibili e riservati relativi al procedimento di approvazione del bando, tra cui l’importo esatto del finanziamento regionale».
LA TELEMEDICINA
Il progetto di “home care” a Saronno sarebbe passato anche grazie alla consegna di un tablet a un primario e alla sponsorizzazione di un convegno, organizzato il 22 ottobre 2011, sull’“imaging integrato sulla cardiopatia ischemica”, all’hotel Michelangelo di Milano, valore: 12.500 euro. Finanziamenti ad altri congressi medico-scientifici starebbero anche dietro il progetto per la realizzazione di una sala per l’emodinamica all’ospedale di Saronno. E i reati sarebbero stati commessi fino a maggio di quest’anno. A breve una parte delle indagini potrebbero già  chiudersi, dopo di che i pm potrebbero chiedere il rinvio a giudizio.


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