Ancora insoluto il mistero delle 24 ore per i docenti

Loading

Con questa norma spericolata e contraddittoria si vuole introdurre il lavoro gratuito nella scuola, realtà  ben conosciuta negli ambienti del lavoro privato in Italia, come da poco anche nel pubblico impiego in Grecia. Una prospettiva che alimenta la protesta dei sindacati. I Cobas hanno annunciato la partecipazione allo sciopero generale e alla manifestazione del 24 novembre lanciata da Cisl, Gilda, Snals e Uil e propongono anche alla Cgil di incontrarsi per organizzare un corteo unitario. La Gilda ha deciso di boicottare le gite degli studenti.
Nel frattempo il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo potrebbe avere individuato la via d’uscita dal tunnel dove si è infilato con troppa leggerezza. Grazie alla mediazione del suo sottosegretario Marco Rossi Doria, sta concordando con la maggioranza un emendamento al contestatissimo comma 42, quello delle 24 ore gratis. Profumo intenderebbe stralciare la norma e discuterla separatamente in un negoziato sul rinnovo del contratto nazionale per il personale della scuola nel 2014.
Le incognite sono però ancora sul tavolo. Nella legge di stabilità  il governo ha fissato un taglio alla scuola che ritiene «inderogabile». Alla fine del consueto «assalto alla diligenza» che avverrà  nelle prossime settimane, il taglio di 723 milioni alla scuola resterà  immutato. E gli insegnanti precari, i veri bersagli di questa manovra, continueranno a sudare freddo. Nella relazione tecnica che accompagna la legge di stabilità , l’unico strumento per svelare il mistero dell’aumento dell’orario di lavoro, sono ancora loro nel mirino. Resta infatti la decisione di obbligare i docenti di ruolo a lavorare fino a 6 ore in più «senza ricevere più una remunerazione aggiuntiva». Sarà  il dirigente scolastico a stabilire a quali docenti assegnarle.
Questo è il «contributo di solidarietà » chiesto da Profumo al mondo della scuola per garantire la stabilità  dei conti del suo governo. Un colpo di mano che non ha solo cancellato le relazioni sindacali e il contratto nazionale, ma nasconde un’insidia per i precari perchè cancella gli «spezzoni di cattedra», anche di due o tre ore, fondamentali per accumulare punteggio in graduatoria, e strappare il reddito per un anno.
Secondo il governo, la norma «non comporta modifiche e in particolare riduzioni di organico mantiene immutato l’orario di cattedra». Dunque non ci sarebbero licenziamenti tra i precari. Vediamo però i dati nel dettaglio. Oggi gli spezzoni orari sono 20.752 nella scuola di primo e di secondo grado, e vengono assegnati ai docenti precari. Il governo intende fare coprire la metà  di questi spezzoni (9.269) dai docenti di ruolo, mentre i restanti 11.483 dovrebbero continuare ad essere attibuiti ai «supplenti». Alla luce di questi dati, sostengono i tecnici messi al lavoro dalla rivista «Tutto Scuola», si può concludere che, in ogni caso, ci sarà  una riduzione di nomine per i precari che insegnano 9.269 ore che per il governo valgono un «risparmio» di 265.705 milioni di euro per il 2012. Questo saldo, lo ha confermato il ministro per i rapporti con il Parlamento Giarda, è «inderogabile» e non potrà  essere sfiorato nel corso dell’iter della legge di stabilità . Se verranno confermate queste cifre, il taglio dei precari non sarà  di 100 mila, nè 80 mila, ma di certo sarà  una cifra preoccupante (30 mila?). Se, invece, come sembra, nessuno vuole aumentare le ore ai docenti di ruolo, e quindi tagliare i precari, bisognerà  reperire queste risorse. Dove? Il mistero continua.


Related Articles

Bce, i dati gufano contro Renzi: poco lavoro dalla ripresa

Loading

Bce. Italia fanalino di coda nell’Eurozona. Occupazione cresciuta di 127 mila unità tra il 2013 e marzo 2015, in Francia di 190 mila. In Germania di 592.000. Spagna in testa: 724 mila

«L’errore? Manca un vero Tesoro europeo»

Loading

Il Nobel Sargent: c’è una somiglianza con la crisi negli Stati Uniti del 1788 Thomas Sargent, classe 1943, premio Nobel per l’economia nel 2011 assieme a Christopher A. Sims, «per le loro ricerche empiriche su cause ed effetti in macroeconomia», insegna alla New York University

“Ora cambino le relazioni sindacali con Fiat In piazza per il contratto unico dell’industria”

Loading

Parla il leader della Fiom, Maurizio Landini, dopo la svolta dell’indagine sullo stabilimento di Pomigliano

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment