Anti-corrotti, braccio di ferro sulla prescrizione

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ROMA — Crescono le adesioni all’appello di Repubblica per l’anti-corruzione – siamo a quota 285mila – ma aumentano di pari passo anche i dubbi per via del rischio “boomerang” sui processi in corso, come lo ha paventato ieri, in un’intervista al nostro giornale, il presidente dell’Anm Rodolfo M. Sabelli. La riduzione di un terzo della prescrizione per il reato di corruzione per induzione falcidierà  molto processi. E tra questi darà  un colpo a quello di Filippo Penati che proseguirà  per altre imputazioni, ma vedrà  cadere tutte e tre le concussioni. Alla vigilia di una settimana decisiva per il futuro del ddl, il cui il testo potrebbe essere già  approvato dal Senato con la fiducia per poi passare alla Camera, Di Pietro prende le distanze e pure Bersani ammette che le misure «non sono sufficienti perché mancano l’auto-riciclaggio e il falso in bilancio». Aggiunge che però la legge «va approvata subito».
Una nube offusca le mosse definitive del ddl. Il timing è presto detto. Oggi alle 12 scade, nelle commissioni Giustizia e Affari costituzionali del Senato, il termine per presentare proposte di modifica agli ultimi tre emendamenti del Guardasigilli Paola Severino su traffico di influenze, corruzione tra privati e magistrati fuori ruolo. Domani si chiude in commissione e mercoledì il testo sarà  in aula. Pd, Udc, Idv hanno già  ritirato i loro emendamenti.
Ufficialmente il Pdl, ancora ieri sera, era vago, il capogruppo Gasparri diceva «stiamo valutando ». Ma l’ex sottosegretario Caliendo, ad esempio, era già  al lavoro sulle nuove modifiche. E dava per scontato l’accantonamento delle vecchie, comprese quelle salva-Berlusconi e l’anti-Fiorito.
Nessuna reazione nel Pd sull’ipotesi di alzare di due anni la pena per la corruzione per induzione, il reato “figlio” della concussione, penalizzato da un calo da 12 a 8 anni. Severino non è favorevole perché ciò compromettere «la piramide delle nuove pene». Ma così la prescrizione si abbassa da 15 a
10 anni. Tantissimo per un delitto che viene sempre scoperto tardi. A ciò si aggiunge l’incriminazione per il corrotto. Tant’è che Di Pietro, nel suo blog, scrive: «Derubricare a reato minore la concussione per induzione è un regalo di Natale per i corruttori. L’idea di affibbiare tre anni di galera a chi ha pagato i funzionari anche se denuncia la malefatta è da camicia di forza. Vuol dire che nessuno denuncerà  più nessuno, per non andarci di mezzo. È una specie di legge anti-pentiti applicata alla corruzione». Se fino a 48 ore fa il leader dell’Idv sembrava disponibile a votare addirittura la fiducia, ora parla di una legge che «parte col piede sbagliato», in cui mancano auto-riciclaggio, ripristino del vecchio falso in bilancio e un intervento drastico sulla prescrizione. Critica gli ultimi emendamenti di Severino e
conclude che votare la legge «potrebbe risultare impossibile ».
A voler fare un pronostico c’è da scommettere che il testo passerà  con la fiducia. Il ddl contiene novità  positive, come la stretta per le liste pulite, ma presenta ombre. È un passo avanti che, chi firma l’appello di Repubblica, vuole veder compiere. Anche ieri nomi noti come Pippo Baudo, Gabriele Salvatores, Annamaria Testa, Aldo Busi, Margherita Hack e Cesare Prandelli, ct dell’Italia del calcio. Certo, un ritocco in corsa per due anni di pena in più sulla corruzione, eviterebbe il colpo di spugna su molti episodi, Penati compreso.


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