Montezemolo lancia il Monti-bis “Un governo per la ricostruzione”

Loading

ROMA â€” Nei vecchi studios cinematografici sulla Tiburtina nasce il partito di Mario Monti. Lo battezzano Luca Cordero di Montezemolo e il ministro Andrea Riccardi. Con loro Andrea Olivero, presidente delle Acli, Raffaele Bonanni, leader della Cisl, e Lorenzo Dellai, presidente della provincia di Trento. Loro i protagonisti del manifesto “Verso la Terza Repubblica” e della convention di ieri che registra un pienone oltre le aspettative. Preparano il terreno perché Monti torni alla guida del Paese dopo le elezioni. Montezemolo ribadisce di non volersi candidare in prima persona. E non fa un dramma del fatto che il premier per ora non si esponga. Anzi, dice, «non gli chiediamo di prendere oggi la leadership di questo movimento, ciò pregiudicherebbe il suo lavoro e davvero non ce lo possiamo permettere. Ci proponiamo
di dare fondamento democratico ed elettorale al discorso iniziato dal suo governo perché possa proseguire». Passaggio chiave del discorso del presidente Ferrari. E ancora: dopo le elezioni dovrà  nascere «un governo costituente di ricostruzione nazionale ».
Chi sale sul palco non si stanca di ripetere che la porta del movimento è aperta. Invito agli altri ministri del governo Monti, come Passera, e ad altri pezzi della società  civile che potrebbero scendere in campo. Se Montezemolo apre la kermesse, Riccardi la chiude. Ricorda come «tutti pensano a Monti come guida dell’Italia». Riferimento anche alle pressioni delle cancellerie straniere perché il Professore resti a Palazzo Chigi. «Monti è diventato l’uomo della rinascita», ripete il fondatore della Comunità  di Sant’Egidio per il quale «la Terza Repubblica è già  cominciata quest’anno».
Montezemolo chiede ai cittadini di «abbandonare le tribune» e giocare in prima persona. «Scendiamo in campo», dice, perché «mai più accetteremo di provare vergogna per essere italiano come accaduto in questi vent’anni». E ancora, «dobbiamo aprire la strada verso la Terza Repubblica, non c’è nessuna maledizione che condanna l’Italia al declino e alla rassegnazione ». Sono tante le stoccate ai partiti, la cui «credibilità  è ai minimi storici» e che non sono in grado di ridisegnare l’architettura della politica e dello Stato dopo averlo portato al collasso. «Mai più firmeremo deleghe in bianco alla classe politica», dice l’ex presidente di Confindustria. Vengono affondati politica e stile del centrodestra, di Berlusconi e della Lega. Per Montezemolo serve una novità  che eviti al Paese di essere guidato da uno schieramento «eterogeneo e confuso». Ricorda la seconda esperienza di Prodi, con «i ministri che andavano in piazza contro il loro stesso governo ».
Secondo Montezemolo il voto del 2013 sarà  «l’appuntamento più importante dal ’48» che porterà  ad una legislatura «costituente ». Se la creatura battezzata ieri non ha ancora un nome, l’obiettivo indicato è quello di «riportare al voto e all’impegno politico milioni di italiani». Per confermare il Professore a Palazzo Chigi. «Monti può fare il lavoro di ricostruzione in Italia e in Europa meglio di chiunque altro», dice Montezemolo. Ai partiti dice di smetterla di criticare Monti perché 12 mesi per fare le riforme sono pochi e perché «il loro mancato convinto sostegno al governo è stato un fattore decisivo e non possono accusarlo dei decennali problemi del Paese parlando come se fossero appena arrivati da un altro pianeta».
A distanza il segretario del Pd Bersani consiglia «di non tirare Monti per la giacca perché in questo momento svolge una funzione molto delicata». Il leader Udc Casini dice che come un anno fa anche oggi «deve essere la politica dopo le elezioni, col suffragio degli elettori, a richiamare Monti in servizio permanente». Per Gianfranco Fini il discorso di Montezemolo «merita attenzione, nelle prossime settimane verificheremo se sarà  possibile dar vita a forme di collaborazione più strette».


Related Articles

Scontro nel governo tra il premier Conte e Salvini

Loading

Alta tensione sull’onda del caso russo. Il ministro e Siri incontrano le parti sociali al Viminale. Il premier: «Scorrettezza istituzionale»

Camera e Senato, battaglia sui risparmi

Loading

Pd all’attacco: Palazzo Madama paga ancora personale “ereditato” da Dc e Psi.    Entro domani voto sui bilanci A Montecitorio dismessi altri uffici. La Finocchiaro propone l’impegno a varare una stretta-bis alla ripresa d’autunno 

IL PROFESSORE SOTTO ASSEDIO

Loading

«I governi migliori, più innovatori, sono quelli terremotati», rise anni fa Fausto Bertinotti in faccia a chi era impensierito per il bradisismo rifondarolo intorno al governo Prodi che sarebbe stato poi abbattuto. Aveva accanto, allora, Nichi Vendola. Che nella scia dell’antico leader ha ieri messo le mani avanti sentenziando: «L’ipotesi di un ticket Monti-Bersani è spaventosa».

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment