New York costretta a fermare la maratona troppi i danni dell’uragano

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NEW YORK â€” Cancellata. La corsa più famosa del mondo non si farà . E come poteva essere altrimenti? I volontari avrebbero dovuto raccogliere a Staten Island i corpi delle vittime di Sandy mentre la carica dei quarantamila in mutadoni e pettorina passava sul ponte di Verrazzano. «Vergogna sul sindaco Bloomberg» aveva urlato per tutta la giornata Maryanne Alessio, «Vergogna sulla maratona». E la sua rabbia alla fine è stata ascoltata. La sua e quella di centinaia di migliaia di persone che hanno costretto in serata il sindaco miliardario a rimangiarsi quello che aveva affermato due ore prima: che la maratona simbolo di New York si sarebbe tenuta comunque. «Ha sempre unito la città , non vogliamo che siano gettate ombre sull’evento e sui partecipanti» ha detto invece arrendendosi. «Non poteva diventare una questione di divisione. Dobbiamo concentrarci sulla ricostruzione ».
Mai vigilia era stata più polemica per la gara mai interrotta dal 1970: neppure dopo l’11 settembre. Ma Maryanne aveva ragione a gridare l’indignazione in tv, la sua Staten Island — dove tradizionalmente parte la corsa — è il quartiere più disastrato dei cinque di New York, dei 41 morti in città  almeno 19 sono stati raccolti qui: e sono cifre che si gonfiano di ora in ora con la rabbia degli abitanti. Soltanto ieri qui è volato il ministro per gli affari interni Janet Napolitano assicurando tutta l’assistenza possibile. Ma anche Barack Obama l’altro giorno nel New Jersey allagato aveva promesso solenne: «Non vi dimanticheremo». E invece la gente di Staten Island ieri urlava proprio questo: ci hanno dimenticati.
La protesta era nata su Twitter e sui social network. Ma a tre giorni dalle elezioni il caso era diventato politico. Rupert Murdoch aveva schierato i suoi potenti mezzi, il
Post ha sbattuto in prima pagina i camion con i gruppi elettrogeni per la maratona a Central Park: vero schiaffo per mezza New York, ieri il Lower Manhattan ha cominciato a rivedere la luce ma da Staten Island al Queens la situazione è più che critica. Le file per la benzina sono più lunghe di quelle di Cuba durante il periodo especial,
tant’è che Obama sta mandando l’esercito a rifornire le zone più colpite dall’uragano. Agli angoli delle strade il comune distribuisce acqua e cibo come dopo i bombardamenti. Ed è in questo scenario che sarebbero dovuti sfilare gli appassionati provenienti da tutto il mondo: tremila gli italiani. Comprensibile la delusione degli atleti che stavano già  ritirando le pettorine al Javits Center: capiamo la situazione, ma non si può decidere così all’ultimo minuto. Mary Winterberg, la direttrice della manifestazione, ha chiesto scusa, so che arrivate da tutto il mondo, conosco i sacrifici che avete fatto.
Fino alla fine Bloomberg aveva giustificato la scelta di correre richiamando quella di Rudy Giuliani dopo l’11 settembre. Ma allora il lutto colpì tutta la città , oggi New York è divisa in due: zone al buio, al freddo e sott’acqua da 4 giorni e zone che per Sandy hanno sofferto solo lo stop del metrò. Occupy Sandy aveva già  minacciato di disturbare la corsa. Ma a protestare erano pronti anche tanti newyorchesi. È stato Ray Kelly, il capo della polizia, a spingere Bloomberg a ricredersi. Cancellando maratona e proteste.


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