Volkswagen punta al primato mondiale investimento record di 50 miliardi
BERLINO — La fortuna aiuta gli audaci, forse anche nella crisi dell’auto. Mentre altri produttori di massa europei reagiscono a eurocrisi, recessione e crollo del mercato puntando su tagli al massimo, o finendo di fatto commissariati come i francesi di Psa, Volkswagen risponde con la sfida più temeraria della sua storia: l’ad Martin Winterkorn ha annunciato investimenti per 50,2 miliardi di euro nei prossimi tre anni, più altri dieci miliardi in Cina. Per modernizzare la produzione, costruire e vendere sempre più nuovi modelli, e sempre più auto con propulsioni potenti ma ecologiche, ad alto contenuto tecnologico, ibride o no ma comunque a consumo ed emissioni sempre più bassi. Investire come mai prima, per divenire prima del 2018 previsto numero uno dell’auto nel mondo globale. Strategia concertata col sindacato più potente del mondo, la mitica IgMetall. Che infatti applaude: «Il piano renderà ancor più sicuri livelli occupazionali e posti di lavoro Vw in Germania», ha detto il compagno Bernd Osterloh, “lìder mà ximo” dei “Cipputi felici di Wolfsburg”.
«Malgrado la sfida della situazione economica generale investiremo più che mai per raggiungere i nostri obiettivi a lungo termine», ha detto Winterkorn. Appare certo l’assenso di Herr Professor Doktor Doktor Ferdinand Piech, il potentissimo erede del casato Porsche, comproprietario, stratega, e uomo più influente in Vw e nel mondo dell’auto europea. Vw passa da investimenti previsti per 62,4 miliardi in 5 anni (2012-2016) a 60 in soli tre anni. La tabella che pubblichiamo, tratta da IHS automotive,
illustra la situazione: Vw cresce più veloce degli altri, e già senza il nuovo piano, avrebbe superato Toyota e GM nel 2018. Winterkorn e Piech vogliono tagliare il traguardo in anticipo.
I grassi utili lo consentono: anche dopo l’acquisizione perfezionata di Porsche e Ducati, 9,2 miliardi sono disponibili subito. Altri sono facilmente reperibili sui mercati al basso costo riservato alle aziende ritenute più solventi e affidabili. Il fiume di denaro finanzierà un’offensiva su tutti i fronti. Primo, ancora nuovi impianti: da 99 passeranno a cento nel mondo con una fabbrica in più in Messico, oltre ai siti dove si lavora con alleati cinesi nella Repubblica popolare. Secondo, offensiva di nuovi modelli a raffica, di ogni marchio e segmento di gamma. Come a dire: chi definisce folle lanciare nuovi modelli in tempi di crisi secondo noi sbaglia, chi più spende più vende,
realizza più utili e blinda i posti di lavoro. Terzo, ricerca e sviluppo senza freni. Per nuove propulsioni sempre più ecologiche, efficienti, risparmiose. Come la clientela chiede sempre di più, nell’Europa in crisi, negli Usa, o nell’Asia in ascesa. Circa 19 miliardi saranno investiti nella modernizzazione dei 27 siti in Germania. Sfida temeraria con la caduta degli utili che sui mercati europei colpisce anche Vw. Ma o si investe di più per offrire prodotti sempre migliori, o ci si condanna da soli alla serie B, pensano a Wolfsburg. Il successo crescente di vendite, utili e livelli di qualità del concorrente più temuto nella produzione di massa, i coreani di Hyundai-Kia, sembra dare ragione al gigante tedesco.
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