Il Colle: facilitare la raccolta firme Anche il Lazio voterà  il 17 febbraio

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Lo sblocco si è avuto dopo la rinuncia agli effetti del ricorso fatto dal Movimento del cittadino contro le date del 10 e 11 febbraio indicate dal governatore uscente Polverini. La novità  dell’accorpamento giunge nel momento in cui il presidente Napolitano sollecita un intervento del premier Monti, interpretando di fatto le preoccupazioni di quei partiti non presenti in Parlamento (grillini, Radicali, Verdi, Pdci) che temevano di non essere in grado di raccogliere le firme necessarie per partecipare alla prossima competizione elettorale, dato che i tempi sono strettissimi: non più i canonici sei mesi ma quattro settimane visto che gli elenchi andranno consegnati entro il 13 gennaio. Napolitano, informa una nota del Quirinale, scrive al capo del governo «per sollecitare l’urgente adozione delle disposizioni necessarie per un rapido espletamento degli adempimenti di competenza degli uffici amministrativi e al fine di agevolare le forze politiche nella raccolta delle firme per il deposito dei simboli e delle candidature». E la Cancellieri già  preannuncia l’adozione di un decreto. La mossa di Napolitano piace a tutti, tranne che al leghista Rizzi e a Magdi Cristiano Allam, che minaccia di «fare causa al Quirinale se gli verrà  negata la possibilità  di competere su un piano di parità ». Carlo Vizzini, presidente della commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama, apprezza il gesto e rilancia l’emendamento Malan-Bianco alla riforma elettorale, che prevede di ridurre a 40 mila il numero delle firme. «Non si deve dare l’impressione — rimarca — che si voglia creare una categoria di privilegiati come quella di chi è già  in Parlamento, rispetto agli altri che non lo sono: si tratti di Grillo, Storace, i Verdi o altri». Lo stesso Storace plaude a Napolitano: «Bravo. Il Presidente non ha lasciato cadere il nostro appello e gliene va dato lealmente atto».


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